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Nomine, trattativa a oltranza per scegliere i vertici delle partecipate

Si limano gli ultimi nomi. Salvini: «Chiuderemo in serenità». In pole Cingolani a Leonardo, Descalzi confermato a Eni Donnarumma da Terna in Enel. Di Foggia prima ad donna

Dario Martini
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Si tratta a oltranza sulle nomine dei vertici delle società partecipate. In un primo momento si era ipotizzato che la schiarita dovesse arrivare al termine del Consiglio dei ministri di ieri. Invece nulla. La quadra ancora non c’è. Dovrebbe essere trovata tra oggi e domani. Ma non è escluso che la decisione finale slitti ulteriormente al fine settimana, dato che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è volato a Washington, per le riunioni di primavera del Fondo monetario internazionale. Venerdì è previsto il bilaterale con la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen.

 

La partita delle nomine tra i partiti di maggioranza è delicata. Matteo Salvini assicura che non ci sono screzi tra alleati: «I giornali vendono sempre di meno perché raccontano cose spesso fantasiose. Ieri ho sentito più volte Giorgia, ieri l’altro pure, oggi ci vediamo in Consiglio dei ministri alle 15 e la chiuderemo in totale serenità». Ufficialmente, però, l’accordo ancora non c’è.

Che sia in corso un braccio di ferro traspare comunque dalle parole del capogruppo leghista alla Camera Riccardo Molinari: «La scelta dei vertici delle società di Stato quotate è una partita ristretta tra i leader che sta seguendo direttamente il nostro segretario Salvini con Meloni e Tajani e credo Gianni Letta per Forza Italia. È chiaro che c’è massimo riserbo, ma è chiaro che sarebbe bizzarro che fosse un solo partito ad indicare i nomi a discapito degli altri».

 

Le nomine dei vertici delle società dello Stato quotate devono essere firmate da Giorgetti. Una soluzione, dunque, potrebbe essere la seguente: i partiti dovrebbero trovare la quadra tra oggi e domani, per poi far ratificare il tutto al ministro una volta tornato a Roma dagli Stati Uniti. Parte certa la conferma di Claudio Descalzi all’Eni. L’amministratore delegato del colosso energetico in questi mesi è riuscito ad instaurare un ottimo rapporto con Giorgia Meloni durante le frequenti missioni nei Paesi africani per stipulare gli accordi sul gas. Per il ruolo di presidente nelle ultime ore sono salite le quotazioni dell’ex segretario generale della Farnesina Ettore Sequi.

 

A Leonardo, dove è dato in uscita Alessandro Profumo, dovrebbe fare il suo ingresso come nuovo amministratore delegato Roberto Cingolani, ex ministro alla Transizione ecologica e attuale consigliere per l’energia di Palazzo Chigi. Pare che Meloni lo voglia a tutti i costi, anche di fronte alle resistenze di Lega e Forza Italia. Come nuovo presidente, se dovesse lasciare Luciano Carta, è considerato in pole l’attuale comandante della Guardia di finanza Giuseppe Zafarana. Non ci dovrebbero essere sorprese a Poste, con la riconferma di Matteo Del Fante nel ruolo di ad. Per quanto riguarda Enel, l’era di Francesco Starace è data al termine. Tra i favoriti a prendere il suo posto c’è Stefano Donnarumma, attuale numero uno di Terna. Alla presidenza di Enel sembra sempre più difficile l’arrivo di Paolo Scaroni, sponsorizzato da Forza Italia. In alternativa si fa il nome di Luciano Carta, che però prima dovrebbe lasciare la presidenza di Leonardo. Se a Terna si dovesse liberare la poltrona di ad, è in ascesa l’identikit che porta a Giuseppina Di Foggia, attuale ceo di Nokia Italia. Sarebbe la prima donna a guidare una partecipata di Stato.

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