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Nomine partecipate 2023, ai posti di comando: le decisioni del governo

Filippo Caleri
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Partita ancora in definizione quella delle nomine delle grandi società pubbliche. Il tempo stringe perché le liste vanno depositate 25 giorni prima dell’assemblea dei soci.

Dunque per Eni ed Enel, ad esempio, l’ultimo giorno utile coincide con il 15 aprile visto che le due assise degli azionisti sono fissate il 10 maggio. Ed è a proposito del Cane a Sei zampe che il governo, spiega un rapporto di Pda (Political data agency) ha pareri estremamente positivi per l’ad uscente per il quale è ormai quasi certa una riconferma. La Lega dal canto suo ha chiesto discontinuità anche per questa nomina e la riconferma di Claudio Descalzi, sarebbe quindi da intestare a FdI.

La partita del presidente, invece, dovrebbe essere giocata dalla Lega che sembra aver selezionato il nome di Gianfranco Rinaldi, con qualche polemica per le posizioni euroscettiche, ma con curriculum impeccabile, e con il Carroccio compattato in sua difesa. Diversa e più complicata la partita in Enel. Il parere del governo va nella direzione del cambiamento. Il premier sembra orientato a favorire l’arrivo di Stefano Donnarumma, ad uscente di Terna, che ha partecipato alla conferenza programmatica di FdI. Ma la sua posizione, molto forte nelle scorse settimane, si sarebbe indebolita nelle ultime ore.

Per la stessa posizione sarebbe in corsa Cingolani che, secondo i rumors, starebbe confidanto ai suoi stretti collaboratori: «Se non sarà Leonardo allora sarà Enel». Per la stessa poltrona tra i nomi in corsa va tenuto il silente Flavio Cattaneo, che pur negando interesse, gode dei favori della Lega e tra i suoi sponsor Ignazio La Russa (FdI).

Su Poste Italiane la partita sembrava essere molto aperta, ma grazie a un giudizio sul suo operato molto positivo da parte di tutte le forze di governo Matteo Del Fante si mantiene in grande vantaggio, nonostante la sua nomina sconti l’origine renziana. Per la presidenza, l’attuale, Bianca Maria Farina punta alla riconferma. Se così non fosse, la Lega potrebbe spostare la candidatura di Rinaldi dall’Eni verso la poltrona del palazzo di Viale America. Su Leonardo appare, invece, certa la sostituzione dell’ad Alessandro Profumo. Il premier Meloni voleva portare l’ex ministro Roberto Cingolani al vertice dell’azienda, ma avrebbe cambiato idea, mentre Guido Crosetto starebbe caldeggiando la nomina di un interno di sua fiducia, Lorenzo Mariani, che è già a capo della controllata Mbda. La discussione è attualmente in corso, ma sembra che il ministro della Difesa abbia ottenuto il via libera per la sua scelta.

Per la presidenza il nome di Elisabetta Belloni è stato già archiviato. Meloni avrebbe deciso di tenerla alla guida del Dis. È quindi sfida tra generali per il posto di Luciano Carta che, però, non è tagliato fuori dalla corsa.

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