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Perché l'Italia non ha il salario minimo: quando la Cgil era contraria. Cerno inchioda Landini

Giada Oricchio
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Il tema del lavoro al centro del congresso della Cgil a Rimini. Dal palco del Palacongressi, la premier Giorgia Meloni ha spiegato il suo secco no all’introduzione del salario minimo legale, come vorrebbe il M5s di Giuseppe Conte. Una posizione che il sindacato guidato da Maurizio Landini contrasta (“Serve una legge sulla rappresentanza e i contratti devono avere validità generale, erga omnes. Dentro questo schema siamo disponibili a fissare una soglia di salario”) tanto da cercare sponda nell’opposizione, ma che in passato difendeva. Correva il 13 marzo 2019 quando Cgil, Cisl e Uil, in un’audizione alla Commissione lavoro del Senato, dichiaravano la loro contrarietà all’istituzione di un salario minimo orario in Italia perché “potrebbe favorire la fuoriuscita dai contratti nazionali, diventando uno strumento per abbassare salari e tutele dei lavoratori”.  

Concetto ribadito il 27 settembre 2021. Landini, al termine di un incontro a Palazzo Chigi, dichiarò che la priorità non era il salario minimo bensì il “superamento dei contratti pirata e la validità generale ai Contratti Nazionali di Lavoro”.

L’apparente contraddizione è stata rimarcata da Tommaso Cerno. L’ex esponente Pd, in collegamento con il programma “Tagadà” su LA7 ha osservato: “Mi sono meravigliato che la Cgil non abbia applaudito Meloni in questo passaggio perché ha detto quella che da sempre è l’idea del sindacato. Il salario minimo, inteso come qualcosa al di sotto del quale non si può essere pagati, è un’affermazione di principio valida, ma lontanissima dalla storia della sinistra, sempre a favore della contrattazione – è il ragionamento di Cerno -. Adesso invece la sinistra è per il salario minimo garantito che, in questa situazione di crisi economica, porterà ad abbassare verso quella linea tutti i livelli contributivi, poi estesa a ogni tipo di contratto. Un danno enorme per chi sta sopra il minimo”.

La conduttrice Tiziana Panella ha commentato maliziosa: “Eh forse le parole di Meloni erano un modo per aprire al dialogo con i sindacati”.

 

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