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Netanyahu a Roma vede Meloni: l'incontro con il premier d'Israele a Palazzo Chigi

Christian Campigli
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Un incontro per rafforzare i legami in Europa. Per cercare nuove sponde internazionali, sia a livello politico che economico. Un viaggio denso di insidie, spiacevole contraccolpo dei riflessi della crisi interna relativa alla contestata riforma giudiziaria.

È giunto ieri in Italia il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha visto la comunità ebraica di Roma. Un incontro privato, che si è svolto nel tardo pomeriggio al Tempio Spagnolo, all'interno del complesso del Tempio Maggiore. Ad accoglierlo erano presenti Ruth Dureghello, il presidente dell'Ucei Noemi Di Segni e il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni. Israele vive, in questi giorni, momenti di grande tensione. Un disagio che è giunto anche all'interno delle comunità ebraiche sparse nel Vecchio Continente. Clamoroso il rifiuto di una traduttrice di lavorare come interprete durante l'incontro tra il premier e la comunità ebraica romana.

«Dopo una lunga riflessione, ho deciso di rifiutare – ha sottolineato Olga Dalia Padoa sulla propria pagina Facebook Non solo non condivido le opinioni politiche del premier, ma penso anche che la sua leadership sia estremamente pericolosa. Se accetto, i miei figli non mi perdoneranno». Con il suo viaggio romano, il premier israeliano ha intenzione di irrobustire i propri legami con i leader europei, un percorso già avviato con la visita a Macron a Parigi e che nelle prossime settimane proseguirà con la tappa a Berlino, dal cancelliere Olaf Scholz.

Quest'oggi incontrerà Giorgia Meloni, a Palazzo Chigi. Si tratta, nello specifico, del primo faccia a faccia tra i due Primi Ministri. Netanyahu parteciperà oggi anche ad un forum economico con aziende italiane, alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico e del Made in Italy Adolfo Urso. Tra i motivi di contestazione al leader del Likud c'è infatti anche un complicato quadro finanziario di Israele, segnato dal rialzo dell'inflazione e da una fuga dei capitali provocata, almeno secondo il giudizio dei suoi critici, dall'incertezza che i mercati intravedono per gli effetti della riforma giudiziaria. Una legge aspramente contestata anche dai quaranta piloti riservisti della squadriglia 69, una delle più importanti dell’aviazione israeliana. I militari hanno annunciato che non si presenteranno alla prima giornata del loro periodo di addestramento. Una protesta che ha rischiato anche di far saltare la visita dello stesso Netanyahu nella capitale italiana. Se venisse approvato, il documento sposterebbe alcuni poteri di controllo dalle mani della Corte Suprema per affidarli al governo. Secondo le opposizioni, questo non solo costituirebbe un pericolo per la democrazia, ma potrebbe essere un favore personale allo stesso Netanyahu, che in questo momento è sotto processo per corruzione. 

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