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Israele, Netanyahu a Roma e le proteste finiscono nel sangue: attentato a Tel Aviv

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Benjamin Netanyahu giunge a Roma mentre le proteste in Israele per la riforma giudiziaria voluta dal premier non si placano. L'arrivo nella Capitale del premier israeliano è più complesso del previsto. In mattinata infatti i manifestanti bloccano l'accesso all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Un lungo corteo di auto che manda in tilt il traffico nelle strade attorno allo scalo.

Nel frattempo nel centro della città altri manifestanti bloccano l'autostrada Ayalon in entrambe le direzioni di marcia costringendo la polizia ad intervenire. Una situazione che obbliga Netanyahu a rivedere i suoi piani. Il primo ministro vola in aeroporto via elicottero e, proprio nello scalo, incontra il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin, prima di prendere il volo che, in ritardo sulla tabella di marcia, lo porta in Italia. Negli ultimi istanti prima di lasciare il Paese però Netanyahu attacca i manifestanti.

"Tutti i nostri sforzi di dialogo sono stati accolti con il rifiuto totale da parte dell'opposizione e con i tentativi di portare il Paese all'anarchia", dichiara. Secondo Netanyahu l'obiettivo dei suoi rivali è quello di "interrompere la democrazia israeliana e annullare la decisione della maggioranza espressa nelle recenti elezioni".

Un'accusa respinta al mittente da Yair Lapid. "Anche sui gradini dell'aereo, diretto verso un fine settimana dispendioso e inutile a spese del Paese, Netanyahu non riesce a smettere di mentire", ribatte.

Secondo il leader dell'opposizione "gli unici anarchici in questa storia sono i ministri del governo che stanno cercando di incendiare il Paese". Un appello al compromesso fra le due parti arriva da Isaac Herzog. Per il presidente di Israele la riforma della giustizia avanzata dal governo deve "scomparire dal mondo" perché "annulla i nostri principi democratici". Al suo posto deve esserci un piano "uniforme e concordato".

Mentre la situazione nel Paese resta bollente Netanyahu arriva a Roma, dove ad accoglierlo c'è il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

Prima tappa l'incontro privato con la comunità ebraica al Tempio spagnolo, all'interno del complesso del Tempio maggiore. Qui Netanyahu non si esime dal parlare della situazione in patria. "In questi giorni di divergenza nello stato di Israele voglio ricordare che siamo un popolo unico, abbiamo un passato comune e un futuro comune. Siamo fratelli, tutti insieme", dice esprimendo soddisfazione per la sua visita. "Saremo sempre dalla parte dello Stato ebraico, della sua capitale Gerusalemme, unica e indivisibile, e di ogni ebreo nel mondo", gli fa eco Ruth Dureghello presidente della comunità ebraica romana, nel suo saluto. Noemi Di Segni, presidente dell'Ucei, sottolinea invece il "senso di preoccupazione per la spaccatura che si sta verificando all'interno di Israele". Proprio mentre Netanyahu si trova alla comunità ebraica giunge la notizia di un attentato terroristico a Tel Aviv, il cui primo bilancio è di almeno tre feriti di cui uno grave. Il premier prende la parola con un fuori programma al termine della cerimonia assicurando che Israele combatterà i terroristi "oggi e domani" ed esprimendo un pensiero e una preghiera per le persone coinvolte. Domani la giornata di Netanyahu prevede la partecipazione al Forum economico per le imprese con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e poi l'incontro con la premier Giorgia Meloni. "Le porrò i miei timori rispetto a tanti argomenti, uno dei quali è l'Iran", dice davanti alla comunità ebraica. Sul tavolo - come anticipato in un'intervista dallo stesso Netanyahu - ci sarà anche il riconoscimento da parte di Roma di Gerusalemme "come capitale ancestrale del popolo ebraico, da ben tremila anni. Come hanno fatto gli Stati Uniti con un gesto di grande amicizia".

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