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Schlein porta il Pd da Conte. Insieme in piazza contro il "pericolo fascista"

Christian Campigli
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Una ghiotta occasione. Per delineare il perimetro della propria azione politica e porre subito l'accento sul tema dei temi, la grande novità, l'idea vincente. L'argomento che risolleverà i destini della sinistra italiana e convincerà chi si è astenuto in massa alle ultime elezioni regionali a tornare con gioia ai seggi. Almeno secondo il pensiero di Elly Schlein, che parteciperà sabato prossimo alla manifestazione antifascista indetta a Firenze. La prima uscita del neo segretario del Partito Democratico, quasi il tempo si fosse fermato agli anni Settanta, sarà un corteo. Una piazza, per dire no al ritorno del pericoloso «rigurgito fascista».

Passano gli anni e i dirigenti, ma la ricetta dei progressisti italiani resta sempre la stessa: agitare il pericolo di una fantomatica dittatura mussoliniana, per riportare al voto elettori delusi, e non da oggi, dai radical chic da salotto. Da chi vive in lussuose ville in collina e pretende di parlare a disoccupati, precari e a chi risiede in fatiscenti case popolari, spesso ubicate in rioni privi del benché minimo servizio. Ci aveva provato anche Enrico Letta, alle ultime elezioni politiche di settembre, con risultati tutt'altro che apprezzabili. La nativa di Lugano, evidentemente, è convinta che basti cambiare alcuni ingredienti per rendere la (stessa) ricetta di nuovo appetibile. Nello specifico, la manifestazione di sabato verrà organizzata da numerose sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil, unite per condannare la rissa dello scorso 18 febbraio, di fronte al liceo classico Michelangiolo.

Una volgare e deprecabile scazzottata in mezzo alla strada, tra un gruppo di sei attivisti di Azione Studentesca e altrettanti adolescenti dei Collettivi di Sinistra. Un gesto stupido, che viene costantemente cavalcato e strumentalizzato dai nipotini di Carlo Marx. Pronti, nonostante l'evidenza delle immagini, delle riprese video e delle testimonianze, a bollarlo come «un'aggressione fascista». Un'occasione, quella di sabato, durante la quale la sinistra renderà omaggio alla preside del Leonardo da Vinci, Annalisa Savino, che in una lettera aperta aveva confuso il fascismo con la difesa dei propri confini nazionali. Una dirigente che, in un recente passato, si era presentata alle primarie del Partito Democratico e, raccontano i beninformati, sia pronta a entrare, nel 2024, a Palazzo Vecchio. Come consigliere comunale o, se i dem vinceranno le elezioni, magari anche come assessore.

Ma il serpentone fiorentino (sono annunciati pullman da tutta Italia e attesi, si vocifera, almeno diecimila persone) sarà anche l'occasione per ufficializzare un nuovo «matrimonio politico». Che, nelle prossime settimane, potrà diventare un'alleanza strutturale a livello elettorale. Nel capoluogo toscano sfilerà anche Giuseppe Conte. Il leader del Movimento Cinque Stelle è considerato il partner ideale per costruire il campo progressista. Antitetico al centrodestra meloniano, ma anche al Terzo Polo, valutato come troppo vicino ai «poteri forti». Toni massimalisti che accomunano i due leader e che potrebbero portare ad una coalizione già per le prossime amministrative di primavera. Tra tante certezze, un unico, enorme dubbio, ovvero la posizione di Elly Schlein in politica estera. Seguirà l'Avvocato del Popolo e dirà no all'invio delle armi in Ucraina o si schiererà a fianco di Stati Uniti d'America ed Europa? 

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