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Berlusconi irritato, Meloni furiosa. Il retroscena dopo Kiev: "Il governo ha traballato"

Giada Oricchio
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Il duello a distanza tra Silvio Berlusconi e Volodymyr Zelensky ha messo in imbarazzo la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rientrata dalla visita ufficiale a Kiev a dir poco furibonda, secondo alcune ricostruzioni (in uno sfogo avrebbe detto: “Berlusconi mi vuole rovinare”). Cosa è successo? In occasione delle elezioni regionali, il Cavaliere espresse un giudizio molto negativo su Zelensky indicandolo come il colpevole della guerra in Ucraina. Ieri il numero uno del governo di Kiev ha replicato durissimo: “La casa di Berlusconi non è mai bombardata, non ha i carri armati in giardino, nessuno ha ammazzato i suoi parenti, non ha dovuto fare la valigia alle tre di notte per scappare grazie all'amore fraterno della Russia”. Una bomba. In mezzo la premier costretta a ricordare che tutti i decreti sull’invio di armi sono stati votati in maniera compatta dalla maggioranza di centrodestra (Forza Italia compresa).

Un retroscena de “La Stampa” rivela che per qualche ora il governo ha traballato: “Quando ascolta le frasi di Volodymyr Zelensky Silvio Berlusconi si infuria. E quando nota che accanto a lui c'è Giorgia Meloni si secca. Il primo l'ha offeso, persino nei suoi ricordi, la seconda non l'ha difeso. (…). Chi lo ha sentito nella serata di ieri ha fatto fatica a contenerne l'ira e a stento i suoi lo hanno convinto a non scrivere i brutti pensieri in una nota ufficiale. La rabbia, insomma, è grande”. Il giornalista Francesco Olivo riporta che tra i forzisti serpeggia delusione verso la premier: “Meloni, oltre ad aver tradotto la domanda più insidiosa, non ha affatto smentito le frecciate del suo interlocutore. (…). Nemmeno una parola, nota più di un berlusconiano, sulle intemerate di Zelensky”.

Dunque, fibrillazioni, attriti pronti a esplodere sull’invio di aerei da guerra. “Mandare dei jet che, potenzialmente, potrebbero operare incursioni sul territorio nemico sarebbe un'altra cosa e lì i distinguo potrebbero non essere più soltanto retorici. – si legge nell’articolo -. La strategia del governo non è chiarissima. Antonio Tajani in un'intervista a La Stampa ha definito ‘praticamente impossibile’, il prestito dei caccia italiani a Kiev. Mentre il suo sottosegretario Edmondo Cirielli, di FdI, parlando con Il Messaggero, si è detto favorevole ai bombardieri italiani Fmx. Versioni discordanti che fanno aumentare le tensioni. E le frasi di Meloni non sembrano sciogliere i dubbi”.

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