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La sinistra pianta cannabis alla Regione Lazio: legalizzare l'uso ludico

Martina Zanchi
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È una campagna elettorale che ha assunto toni inconsueti quella dei candidati della lista «Verdi e Sinistra», a sostegno di Alessio D’Amato, che proprio di fronte alla sede della Regione Lazio hanno deciso di piantare cannabis. Le piantine «sono legalmente in vendita in Italia, non hanno principio attivo», assicura Claudio Marotta, coordinatore romano di «Sinistra Civica Ecologista» e tra i candidati alle regionali che mercoledì si sono presentati, davanti al Consiglio del Lazio, attrezzati di mini-utensili da giardino e fratini rossi. E c’era anche Maurita Virtu, storica attivista del centro sociale «Spin Time», che a Roma da dieci anni occupa un palazzo privato, e candidata in ticket con Marotta, il quale nelle scorse ore l’ha difesa replicando alle critiche del vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, che ne contestava la presenza nella coalizione di centrosinistra. «Siamo fieri di avere in lista Maurita», ha commentato Marotta, anche lui proveniente dal mondo variegato dei movimenti romani. E durante un dibattito ha aggiunto che «spesso, sul limite tra legale e illegale, si sviluppano le innovazioni più interessanti».

 

 

Senza dubbio la trovata «botanica» dei candidati rosso-verdi è curiosa, di quelle destinate a far discutere, anche perché non lascia spazio a fraintendimenti. «Legalizzazione e regolarizzazione (della marijuana, ndr) sono strumenti efficaci nella lotta al narcotraffico - spiega Marotta - ma bisogna anche prendere atto della realtà. Ci sono generazioni di persone che utilizzano la cannabis a uso ludico. Legalizzare significa rispondere a una trasformazione dei costumi ormai diffusa». È l’evoluzione in salsa centro sociale delle storiche battaglie radicali, che si focalizzavano piuttosto sull’utilizzo terapeutico, mentre pochi mesi fa i leader nazionali dell’alleanza «Verdi e Sinistra», Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, proponevano «una legge che legalizzi la coltivazione della cannabis per uso personale, per dare una risposta concreta a chi ne ha bisogno». E poco importa che la Regione non abbia competenze in merito.

 

 

«Questa per noi è una battaglia valoriale», afferma Marotta. Condivisa o meno con l’aspirante governatore, ai suoi candidati non preoccupa. «La nostra è una lista autonoma che farà anche battaglie di parte, senza dover chiedere l’autorizzazione». E c’è da scommettere che, qualora riuscisse in un’impresa che sembra impossibile, D’Amato dovrà fare i conti con quel «modello Spin Time» che, per Marotta, Virtu e gli altri, rappresenta il futuro delle politiche abitative nel Lazio. Occupare illegalmente palazzi, pubblici o privati, e insediarvisi per decenni puntando prima o poi alla regolarizzazione. Proprio come Spin Time, che al Comune di Roma di recente ha proposto l’acquisto dell’edificio per salvarsi dallo sgombero disposto dalla Prefettura lo scorso anno. E viste le aperture arrivate dalla giunta del sindaco dem Roberto Gualtieri, potrebbe persino riuscirci.

 

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