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Omnibus, la strada di Paragone contro la crisi: “La Bce cancelli il debito”

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Niente pugno di ferro con l’Europa. Ieri è andato in scena l’incontro tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, ma nel confronto tra il presidente del Consiglio e la leader della Commissione europea non sono volate parole grosso. Nulla di inaspettato secondo Gianluigi Paragone, numero uno di Italexit, ospite della puntata del 10 gennaio di Omnibus, il talk show mattutino di La7 condotto da Gaia Tortora: “Non poteva essere che così, le condizioni non ci sono per il premier Meloni di andare a fare la voce grossa in un momento in cui l’Europa è debole, schiacciata dalle decisioni della Bce e da un contesto internazionale che non la mette certamente nelle prime posizioni. Bisogna rilanciare l’idea di cancellare il debito, bisogna rendere perpetuo il debito nella pancia della Bce. Si ragiona sul debito pubblico europeo e non lo faccio pagare agli stati membri che lo hanno contratto. Invece la Bce mette all’angolo i Paesi, ad esempio non comprando i titoli di Stato. Almeno lo si faccia per il debito degli ultimi due anni di Covid e lockdown”.

 

 

“La grande Europa non avrebbe ulteriori strumenti a leva finanziaria per aiutare i paesi in difficoltà e l’unica cosa sarebbe far scattare il meccanismo del Mes?” chiede Paragone dopo alcuni minuti di dibattito in studio. Il senatore spiega che il Mes “è un vero e proprio commissariamento, è un apparato di super burocrati che sono per definizione e per statuto intoccabili, improcessabili. Hanno il massimo della protezione diplomatica. L’Europa non ha altri strumenti? Questo vuol dire istituzionalizzare il programma-Grecia. Se anche dovessero sbagliare qualcosa che producesse una frattura economica nessuno - chiosa il volto più carismatico di Italexit - li può toccare. A casa devono capire che questi hanno uno status che nessun dirigente pubblico in Italia ha, neanche i ministri ce l'hanno un qualcosa del genere”.

 

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