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Coffee break, Tinagli: la Bce naviga a vista. Tassi e inflazione, che succede

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Luca De Lellis
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È un po’ da sempre il cruccio dell’Unione Europea. Quello di non avere una linea di politica economica unica, dovendo soddisfare le volontà di 27 diversi Stati membri. L’eurodeputata del Partito Democratico Irene Tinagli, durante la puntata di Coffee Break di martedì 10 gennaio condotta da Andrea Pancani, ha sottolineato le difficoltà che si trova a fronteggiare la Banca Centrale Europea in questa fase storica: “Si è trovata stretta tra varie situazioni critiche e naviga un po’ a vista, senza avere una visione di lungo periodo”. Quali sono quindi queste condizioni che hanno pesato sul comportamento relativo alla questione problematica dell’inflazione? “La BCE non può incidere sui prezzi del gas, nemmeno sul mercato dell’energia. Quindi si è mossa con grande cautela e poi è dovuta intervenire anche per reazione alla FED americana che ha alzato i tassi così tanto e così rapidamente da causare un indebolimento dell’euro. Questo è stato un problema”.

 

Dunque, da un lato la Banca centrale americana che domina il gioco, cui l’Europa deve poi adeguarsi. Sull’altro fronte, però, “se la BCE fosse rimasta ferma le spinte inflazionistiche sarebbero aumentate ancora. In più significa che dato che la nostra energia, già carissima, la compriamo in dollari, ora con il rafforzamento di quella moneta è ancora più costosa”.

 

Secondo l’eurodeputata Tinagli non c’era quindi grande margine di manovra per la BCE: “Molti economisti e alcuni governi contestano che ha aspettato troppo a rialzare i tassi, e che il rialzo è stato mite. Ciò avrebbe consentito di conseguenza all’inflazione di alzarsi tanto. Voi dicevate nel servizio che questo è uno strumento vecchio, ma è di fatto l’unico che la BCE ha a disposizione in merito alla politica economica”.

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