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Crosetto è stufo della Bce: “Amplifica la crisi in Italia, scelte incomprensibili”

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Guido Crosetto non dà tregua alla Banca Centrale Europea. Dopo i messaggi al veleno su Twitter degli scorsi giorni il ministro della Difesa è tornato alla carica con l’istituto che ha sede a Francoforte per criticare le mosse che stanno danneggiando, e non poco, l’Italia: “Le condizioni economiche del Paese rischiano di peggiorare se verranno a mancare le ‘tutele esterne’ che hanno aiutato negli ultimi anni. Per questo - l’intervento su Repubblica dell’esponente del governo Meloni - fatico a comprendere le ragioni che hanno spinto la Bce a cambiare politica sugli acquisti dei titoli di Stato europei, in un momento già economicamente molto complesso, per certi versi drammatico, come quello che sta attraversando il mondo e l'Ue in particolare. Il cambio repentino di politiche della Banca centrale rischia di avere un effetto particolarmente negativo su di noi”.

 

 

Gli errori della Bce non vanno proprio giù a Crosetto: “Non sta a me giudicare ma non serve un premio Nobel, basta il buon senso di una massaia per capire che alcune decisioni provocano effetti negativi perché amplificano la crisi. Quando Draghi lanciò il whatever it takes, la situazione economica e sociale era enormemente migliore di quella a cui stiamo andando incontro. A maggior ragione oggi non c'era alcuna ragione per una stretta. Il rialzo dei tassi può essere anche una scelta comprensibile, ma non intervenire più come prima sulle emissioni di debito pubblico è una cosa più difficile da comprendere e giustificare”.

 

 

“L’Europa - dice nell’ultimo passaggio il titolare della Difesa - deve porsi il tema di come coniugare le rilevanti decisioni politiche, assunte in modo indipendente dalla Bce e dall’Eba, con quelle che prendono la Commissione europea e i governi nazionali. Abbiamo lasciato a organismi indipendenti e che rispondono solo a se stessi, la possibilità di incidere sulla vita dei cittadini e sull’economia, in modo superiore alla Commissione europea e soprattutto ai governi nazionali. È legittimo chiedersi quanto sia giusto?”.

 

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