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Navi Ong e migranti, in Cdm il pacchetto Piantedosi per fermare gli sbarchi

Christian Campigli
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Una manovra che manca di coraggio. Solo in alcuni punti fortemente di destra. Un'anomalia evidente, per un governo con una chiara identità politica e un'ampia maggioranza. Non sono poche le critiche alla prima finanziaria del governo Meloni. Sia dal mondo industriale che dagli stessi alleati di Forza Italia e Lega. Per correre ai ripari, non essendoci i tempi tecnici per correzioni sostanziali alla legge di bilancio, l'esecutivo ha deciso di presentare un pacchetto di riforme sulle Ong.

Una vera e propria rivoluzione, una stretta importante, almeno nelle intenzioni dei moderati, sugli sbarchi provenienti dall'Africa. Il Consiglio dei Ministri esaminerà già questo pomeriggio (se il decreto Rave verrà approvato senza intoppi) la bozza del nuovo codice sulle onlus presenti con le loro navi nel Mediterraneo. Alla festa per il decennale di Fratelli d'Italia, il ministro dell'Intero Matteo Piantedosi (nella foto) aveva annunciato un “codice di condotta per le Ong con sanzioni più efficaci rispetto a quelle vigenti, che sono state depotenziate dal legislatore al punto che basta la visita di un medico a bordo per annullare l'azione del governo”.

L'ipotesi su cui lavora il Viminale, come ricorda l'agenzia di stampa Ansa, è che le organizzazioni umanitarie possano compiere un unico salvataggio, informando immediatamente le autorità e chiedendo l'approdo in un porto sicuro. Per rendere effettiva questa disposizione sarebbero anche vietati i trasbordi tra un'imbarcazione e l'altra. Ai migranti a bordo dovrà poi essere chiesto se intendano presentare domanda di protezione internazionale, affinché sia il Paese di bandiera della nave a farsene carico.

A fronte di queste disposizioni stringenti sono anche previste sanzioni e sequestri amministrativi. E la sinistra? Per ora nicchia, in silenzio. Scottata dal caso Soumahoro e dei possibili sviluppi dell'inchiesta sulla cooperativa gestita dalla moglie e dalla suocera. Il vento che spira, sondaggi alla mano, non è dei più propensi a chi è convinto che, per porre rimedio al calo demografico del nostro Paese, non sia indispensabile rendere gratuiti agli asilo nido o ampliare i congedi lavorativi alle madri. Tempi duri per i paladini del “senza confini” e “della sostituzione etnica”.

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