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Regionali Lazio, accordo nel centrodestra per Francesco Rocca

Daniele Di Mario
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Il centrodestra annuncerà oggi il nome del candidato alla presidenza della Regione Lazio. Con ogni probabilità sarà Francesco Rocca, il presidente della Croce rossa sul quale già da giorni ci sarebbe un'intesa di massima tra i partiti della coalizione e che avrà a disposizione otto settimane per convincere i cittadini del Lazio, in una campagna elettorale di 55 giorni, i primi venti in piene festività natalizie. Un caso senza precedenti.

L'indicazione del nome spetta a Fratelli d'Italia, partito di maggioranza relativa nel Paese e in Parlamento, che, forte del 26% alle elezioni politiche del 25 settembre scorso (il 32% nel Lazio), esprime il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ormai riconosciuta leader della coalizione anche da Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Proprio Meloni, chiudendo sabato in piazza del Popolo la festa per il decennale del partito, aveva annunciato che l'annuncio del candidato sarebbe arrivato domani, dopo un confronto con gli alleati, al quale sarebbe stata proposta una terna. Detto, fatto. «Devo avere ancora un confronto con loro, ne riparliamo in giornata», spiega poco dopo l'ora di pranzo il premier.

Nella terna proposta da Meloni a Salvini e Berlusconi ci sono il presidente della Croce rossa italiana Francesco Rocca, l'europarlamentare di Fratelli d'Italia Nicola Procaccini e il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli. Definitivamente tramontate le ipotesi Paolo Trancassini e Chiara Colosimo. Ma secondo alcune indiscrezioni la partita sarebbe già chiusa: la scelta sarebbe ricaduta su Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa, ipotesi che nei giorni scorsi aveva comunque ripreso fortemente quota. Al di là della rosa, infatti, nei giorni scorsi il leader di FdI avrebbe già espresso l'orientamento di candidare Rocca, già entrato nel totoministri come possibile responsabile della Sanità e prima scelta di Meloni. Rocca sarebbe stato sondato in più occasioni (la prima dopo le elezioni, poi all'indomani della formazione del governo, l'ultima all'inizio della settimana appena trascorsa) e sempre avrebbe confermato la propria disponibilità a scendere in campo perla Regione Lazio. Ripetuti gli scambi di messaggi negli ultimi giorni e nelle ultime ore tra il premier e il presidente della Croce Rossa, che sabato ha parlato già con Berlusconi e nei giorni scorsi con lo stato maggiore leghista.

Lo stesso Salvini, mercoledì scorso, parlando all'evento organizzato da Il Tempo «Roma locomotiva d'Italia», aveva lasciato intendere in modo inequivoco la preferenza propria e della Lega nei confronti di Rocca e una trattativa ormai alle battute finali, se non addirittura chiusa. Le quotazioni di Rocca sarebbero risalite proprio mercoledì mattina, dopo un incontro a quattr' occhi in Senato tra Meloni e il vicepremier e leader leghista.

L'accelerazione decisiva sul presidente della Croce Rossa sarebbe arrivata venerdì, tanto che sabato in piazza del Popolo tutti i dirigenti di FdI davano per probabilissimo se non per scontato - che alla fine la scelta sarebbe ricaduta proprio su Rocca. Il profilo civico ma di grande esperienza politica, professionale e manageriale di Rocca sarebbe favorito così rispetto agli altri nomi politici proposti.

«Tengo molto alla condivisione con gli alleati», aveva detto Meloni sabato. Con Salvini l'intesa - raccontano in casa Lega- si sarebbe trovata subito: il nome di Rocca va benissimo al vicepremier e anche alla dirigenza laziale del Carroccio. Salvini ha scelto lo stesso approccio tenuto per la formazione del governo: massima lealtà e collaborazione con Meloni, soprattutto su una decisione che riguarda Roma e il Lazio.

Rocca alla fine sarebbe secondo Meloni il profilo più indicato al ruolo di governatore e maggiormente gradito alla Lega e a Forza Italia, nonostante qualche resistenza di alcuni dirigenti azzurri che avrebbero preferito un politico. Il presidente della Croce Rossa rappresenterebbe anche la sintesi in grado di porre fine ad alcuni veti incrociati venuti fuori nelle ultime settimane. È romano e non delle province (come chiesto da FI), è un tecnico ma sufficientemente politico, in grado di rappresentare tutta l'area di centrodestra (come chiedeva la Lega), condurre una buona campagna elettorale e dare sufficienti garanzie sulla sua capacità di governare e tenere unita la coalizione e la futura maggioranza. Nessun «esperimento», dunque. Oggi l'annuncio. Poi via con la campagna elettorale. 

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