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Targa dell'Odg Lazio per i giornalisti ebrei. Meloni: “Leggi razziali punto più basso della storia italiana”

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Una lapide, posta all’ingresso dell’ordine dei giornalisti del Lazio, con incisi i nomi di trentacinque giornalisti ebrei «perseguitati dal fascismo e allontanati dall’albo professionale di Roma a seguito delle leggi razziali». È il «perenne ricordo» che l’ordine regionale ha voluto tributare, alla presenza della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, del presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, e di Sami Modiano, uno degli ultimi superstiti della Shoah rimasti in vita.

 

 

Il premier Meloni ha voluto prendere parola nel corso dell’iniziativa: «Le leggi razziali del 1938 sono state il punto più basso della storia italiana, hanno segnato per sempre la nostra storia. L’ho già detto e lo ribadisco, sono state una macchia indelebile per la nostra Nazione. Quel periodo rappresenta una infamia avvenuta nel silenzio di troppi. Furono 35 i giornalisti espulsi, molti furono espunti e molti altri hanno taciuto. L’iniziativa è importante perché questa è la casa di chi ogni giorno racconta la realtà. La memoria serve dunque per ricordarci che ognuno può fare la sua parte. C’è qualcosa di molto forte nella lapide scoperta, raccontare quel che accade è sempre l’insegnamento più importante, perché la memoria è importante sì, ma se ti insegna qualcosa, se studiando impari cosa potrai fare se accadesse di nuovo. È un evento a cui tenevo a partecipare, nonostante la giornata complessa, anche perché, oltre ad essere presidente del consiglio, sono anch’io iscritta a quest’albo”.

 

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