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Matteo Renzi contro il governo Meloni: una petizione per il bonus cultura

Christian Campigli
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La prima finanziaria non si scorda mai. Giorgia Meloni, da due settimane a questa parte, sta scoprendo che questo vecchio adagio della politica italiana corrisponde alla realtà. Dalla flat tax alle rivalutazioni delle pensioni minime, dai fondi per il caro bollette alle agevolazioni per l'edilizia, gli ultimi quindici giorni si sono rivelati piuttosto complicati per l'attuale governo. L'ultima polemica, ma solo in fatto di tempo, è quella legata al bonus cultura per i diciottenni. È Matteo Renzi, nella sua Enews, a lanciare un vero e proprio guanto di sfida all'esecutivo di centrodestra. “È un atto che incoraggia i ragazzi ad andare a una mostra, a un concerto, a teatro, in libreria. È un incentivo vero a distogliere gli occhi dallo schermo del cellulare e guardare oltre, guardare altro. È una misura universalmente apprezzata dagli operatori della cultura. L’ho voluta io, dopo il Bataclan. E l’ho annunciata in Campidoglio prima e alla Sorbona poi, ricordando la ricercatrice italiana Valeria Solesin uccisa dai terroristi. Siccome l’ho pensata io, il governo Meloni la vuole togliere. È stato presentato un emendamento dalle forze di maggioranza. Questo emendamento, primo firmatario Mollicone che è presidente della commissione cultura, responsabile della cultura di Fratelli d’Italia e stretto collaboratore di Giorgia Meloni, elimina la 18App. Noi ci siamo mobilitati subito annunciando un’opposizione durissima e lanciando una petizione online”.

 

 

 

Un attacco aspro, severo, quello del nativo di Rignano. Determinato a difendere quella che considera una sua idea. “La maggioranza si è presa paura. E sta tornando indietro. Ma ancora il destino della 18 App non è al sicuro. Abbiamo bisogno di arrivare entro la settimana a quota cinquantamila firme. Siamo a trentamila”. Giorgia Meloni, in effetti, nelle ultime ore ha aperto a un dialogo sul bonus per i diciottenni, ma “solo per quelli bisognosi”. Uno scontro, quello sulla finanziaria, che si annuncia serrato. Un appuntamento sul quale si testerà la tenuta della maggioranza. E la sua coesione. 

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