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Vespa, "grande incognita" sul governo. La verità su Meloni e Berlusconi

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C'è un'incognita grande come una casa sul nascente governo di Giorgia Meloni. Il "fragile ponte di giunco" tra Silvio Berlusconi e la leader di Fratelli d'Italia dopo gli scontri degli ultimi giorni, culminato  con il caso degli appunti del Cav catturati in aula dai tele-obiettivi, è saltato "con una carica di tritolo degna del ponte della Crimea". L'immagine usata  Bruno Vespa nel suo editoriale su Il Giorno è efficace. La bomba sui negoziati è esplosa con quei quattro aggettivi - "supponente, prepotente, arrogante e offensiva" - indirizzati, a quanto pare, dalleader di Forza Italia alla premier in pectore.

 

Se Silvio e Giorgia sono ai minimi storici, "il rapporto Meloni-Salvini sembra essersi molto consolidato" perché "la presidente di FdI ha messo a segno un colpo strategico con Salvini che ha indicato Giorgetti come ministro dell'Economia. Dopo l'incontro a tre dell'altro ieri, quello che era un candidato della Meloni a dispetto di Salvini è diventato il candidato di Salvini, gradito anche al Quirinale". Insomma, la Lega occupa caselle importante nella lista dei ministri che dovrebbe uscire dopo le consultazioni.

 

Il giornalista e conduttore di Porta a Porta su Rai 1 snocciola poi i nomi caldi del toto-ministri: "Alcuni punti fermi dovrebbero restare: con Antonio Tajani agli Esteri e il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, gradito a Salvini, all'Interno". Ma per il resto del governo tutto è "nelle mani della Meloni, che certamente terrà la Difesa per Guido Crosetto o Adolfo Urso, a meno che Crosetto non vada a uno Sviluppo economico rinforzato, al quale sta pensando anche Salvini lasciando libere le Infrastrutture". Ma c'è la "grande incognita", legata a" come e quando torneranno a parlarsi Meloni e Berlusconi per assicurare tra una settimana la partenza del governo in condizioni di ragionevole stabilità", afferma Vespa delineando gli scenari di una situazione in continua evoluzione in cui i colpi di scena, come visto per l'elezione dei presidenti delle canee, non mancano.

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