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Giorgia Meloni la querela (giustamente), Rula Jebreal grida alla dittatura: è islamofobia

Pietro De Leo
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Nel mondo fatato radicalchic funziona così: quando attaccano loro è sempre «impegno civile». Se, però, chi viene attaccato si difende allora diventa intimidazione, sopraffazione, tentativo di tacitare voci libere e via concionando.

Il tema è Rula Jebreal. La giornalista, evidentemente assetata di un nuovo sorso di visibilità nel confronto italiano si è subito scagliata contro Giorgia Meloni dopo la sua vittoria elettorale. Nella maniera più sgradevole possibile: prendendo a pretesto una brutta vicenda di cronaca che ha coinvolto il padre della leader di Fratelli d'Italia per compiere un ragionamento spericolato sulla politica migratoria. Piccolo particolare: Giorgia Meloni e la sua famiglia sono state abbandonate dal padre quand'ella aveva appena un anno e dunque non c'è nulla che colleghi le due biografie da quel momento in poi.

 

Ovvio che un colpo così basso abbia suscitato reazioni, persino da qualche avversario politico della leader di destra che ha criticato le affermazioni della giornalista. E la stessa Meloni, legittimamente, ha annunciato una querela.

 

Laddove c'è uno Stato diritto, funziona così: se tu ti senti diffamato, denunci e poi saranno i magistrati a decidere. Stop. E già lì Jebrealha reagito buttandola sull'apocalittico: «Tutti gli autocrati usano queste minacce per intimidire e mettere a tacere coloro che li chiamano in causa e li smascherano», in una evidente divaricazione tra aspirazione e realtà. Proseguita anche con un secondo capitolo. In un tweet, la giornalista si è occupata delle testate di area moderata e conservatrice (tra cui la nostra) colpevoli di aver scritto sulla vicenda. «I media italiani hanno lanciato un assalto razzista, islamofobo e misogino». E ancora: «I facilitatori della coalizione di estrema destra sono forze moderate, che hanno normalizzato una coalizione essenzialmente xenofoba, razzista e autoritaria». E poi la chiusura: «Incitamento sfacciato». O magari un grande atto di generoso, avendo ridonato un quarto d'ora di celebrità a chi, forse, non lo meriterebbe.

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