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Bernard-Henri Lévy, altra palata di fango su Giorgia Meloni: "Lei e Mussolini..." bufala a In Onda

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Dopo aver infiammato la campagna elettorale il filosofo francese Bernard-Henri Lévy torna sulla tv italiana. Stavolta non da Marco Damilano, la cui trasmissione per le dichiarazione dell'intellettuale idolo della sinistra è stata sanzionata dall'Agcom, ma nel salotto del weekend di La7 In Onda, condotto da Concita De Gregorio e David Parenzo. 

 

Il risultato cambia poco, con Lévy che ha sparato a zero su Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi spacciando anche una pericolosa bufala sulla leader di FdI. "Non è di centrodestra. La sua politica su immigrazione e aborto è destra dura. La legittimità del voto? È ovvio che le elezioni sono legittime ma si ha il diritto di dire che l'Italia merita di più di questo triunvirato assurdo", di Meloni, Salvini e un "Berlusconi che invecchia". Poco prima Massimo Giannini, che ospita sul suo giornale gli editoriali del filosofo, aveva ribattuto all'idea che il voto degli elettori non sempre va rispettato. La vittoria di Meloni è legittima e deve governare, dice il direttore della Stampa, "l'incognita è se" la leader di FdI si rivelerà una "Evita Melòn o una Thatcher de noantri". 

 

In seguito è andato in onda un servizio su molti antifascisti che alle elezioni del 25 settembre hanno votato FdI e centrodestra. "Il fascismo non è morto" ribatte Lévy, "avete una probabile primo ministro che in tutta la campagna elettorale ha detto che Mussolini ha fatto cose buone ed è una persona di valore. L'Europa è altro, è dire che Putin e Mussolini non sono come gli altri politici...".

 

L'enormità proferita dal filosofo fa scattare Aldo Cazzullo del Corriere della Sera, che prova a frenare lo sproloquio e ricorda che le parole citate da Lévy vengono da un video di quando la leader di FdI aveva 19 anni. "Meloni ha un alleato che durante la pandemia ha detto che il saluto romano era come salutarsi col pugno..." attacca allora il filosofo che viene congedato con un certo imbarazzo. "Non c'è dubbio... Abbiamo capito quello che vuole dire" conclude De Gregorio. 

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