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Elezioni 2022, maratona no stop nel centrodestra per le liste: i nomi

Adriano Bonanni
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Maratona no stop nel centrodestra, alle prese con la definizione delle liste elettorali. I tempi sono strettissimi, i nodi da sciogliere davvero tanti. Al termine di una riunione tecnica della coalizione in via della Scrofa con tutti gli sherpa il leghista Giancarlo Giorgetti promette ai giornalisti che bisognerà «pazientare ancora 24 ore» per trovare la quadra. Gli incroci uomo-donna nei collegi nel rispetto della parità di genere, raccontano, avrebbero complicato le cose e rallentando la trattativa sulla griglia dei nomi sugli uninominali, primo scoglio importante, prima di passare all'assegnazione dei proporzionali.

Se Giorgetti si dà altre 24 ore, Ignazio La Russa, plenipotenziario di Fdi per conto di Giorgia Meloni, sembra più ottimista, almeno al termine del vertice, durato quasi due ore, e conclusosi poco dopo le 16.30: «Sulle liste praticamente chiudiamo stasera , poi Giorgia li passerà all'esame e deve firmarle... Per ora abbiamo fatto gli incastri tra candidati uomo e donna. Quanto ai nomi, ve li dirà Giorgia...». Come Giorgetti, anche Giovanni Toti, al tavolo in rappresentanza dei centristi «Noi moderati» insieme a Maurizio Lupi e Saverio Romano, è convinto che si chiuderà entro oggi. Sicuri nella Lega di essere candidati sono tutti i ministri uscenti e il nostro editore Antonio Angelucci.

Per Forza Italia, invece, c'è stato uno stop dovuto alla morte di Niccolò Ghedini. Il confronto con il coordinatore nazionale Antonio Tajani e i capigruppo Annamaria Bernini e Paolo Barelli in Sradegna con Silvio Berlusconi che si doveva svolgere ieri è stato rinviato a oggi.e il via libera di Berlusconi alle liste sono stati rinviati a domani.

A Fratelli d'Italia toccherà comunque garantire 13 dei 15 collegi uninominali che spettano ai centristi di «Noi moderati», la quarta gamba del centrodestra. La novità è che oggi l'imprenditore Paolo Damilano, indicato come papabile per il sedicesimo seggio, si è tirato fuori dalla mischia con una nota, confermando quota 15. Il problema vero, però, è che tutto è ancora in alto mare, visto che non si sarebbero ancora conclusi gli incroci uomo-donna. Non solo. Non tutti i 15 posti sono blindati. Secondo i più pessimisti, solo sei o sette, sarebbero considerati certi, gli altri, invece, sembrerebbero contendibili, ma non sicuri e questo avrebbe già scatenato una serie di malumori. Numeri alla mano, gli uninominali riservati ai «piccoli» della coalizionè sono così ripartiti: 4 spettano a Nci di Maurizio Lupi, che correrà nella sua Milano, mentre il vicepresidente del partito, Saverio Romano, si presenterà nel collegio siciliano di Bagheria; 4 andranno ai «totiani», 2 all'Udc (il segretario nazionale, Lorenzo Cesa, viene dato in corsa nel Molise); 2 a «Coraggio Italia» di Luigi Brugnaro (uno in Trentino Alto Adige sarà assegnato alla vicepresidente del partito, la deputata Michaela Biancofiore); uno verrà dato all'attuale deputato azzurro e presidente di «Verde è popolare», il democristiano Gianfranco Rotondi. Al momento nel maggioritario ci sono anche l'animalista ed ex ministro dell'Ambiente del Berlusconi quater, Michela Vittoria Brambilla, e Vittorio Sgarbi, leader di Rinascimento.

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