Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Presidenzialismo in Italia, Berlusconi rilancia la riforma e finisce sotto attacco

Luigi Frasca
  • a
  • a
  • a

Il presidenzialismo? Il «Spero si faccia brevemente» e quando entrerà in vigore «penso che sarebbero necessarie le dimissioni del presidente Mattarella per andare ad elezione diretta del nuovo presidente, che guarda caso potrebbe essere ancora lui». Silvio Berlusconi lancia la bomba a poco più di 40 giorni dal voto e si scatena il putiferio.

Il Cav ha scelto una campagna elettorale per lo più impegnata in televisione, radio e sui social, dove ha lanciato «una pillola al giorno» del programma di Forza Italia per «levare di torno i signori della sinistra». Le apparizioni sono «razionate» ma costanti con l'obiettivo come da lui stesso dichiarato - di riportare il partito al 20 per cento. Difficile quindi pensare che la dichiarazione sia stato uno scivolone, piuttosto la strategia del politico navigato di prendersi la scena e guadagnare visibilità non solo sugli avversari. E se la corsa al voto non è riuscita ad unire le diverse anime di centrosinistra, ci riesce Berlusconi. A stretto giro arriva la condanna di tutto il fronte a partire dal segretario del Pd, Enrico Letta, che sempre in radio lancia la bordata: «Il fatto che la campagna elettorale della destra inizi con l'attacco a Mattarella dimostra che è pericolosa. Berlusconi ha fatto cadere Draghi, ora cerca di far cadere Mattarella».

L'ex alleato, Carlo Calenda - oggi in coalizione con Matteo Renzi - non usa il guanto di velluto: «Dopo aver cacciato Draghi adesso anche Mattarella. Non credo che Berlusconi sia più in sé». «Inquietante» è la il comdimissioni di Sergio Mattarella. Non permetteremo che le Istituzioni siano piegate alle fameliche logiche spartitorie delle forze di destra». Una vera e propria tempesta da cui Berlusconi si difende: «Ho solo detto una cosa ovvia e scontata, e cioè che, una volta approvata la riforma costituzionale sul Presidenzialismo, prima di procedere all'elezione diretta del nuovo Capo dello Stato, sarebbero necessarie le dimissioni di Mattarella che potrebbe peraltro essere eletto di nuovo. Una semplice spiegazione di come potrebbe funzionare la riforma sul Presidenzialismo proposta nel programma del centro-destra. Come si possa scambiare tutto questo per un "attacco a Mattarella" rimane un mistero. O forse si può spiegare con la malafede di chi mi attribuisce un'intenzione che non è mai stata la mia», la sottolineatura. «Correzione» che non convince Letta: «Ha chiaramente detto: Mattarella te ne devi andar».

Neanche il leghista Roberto Calderoli concorda: «In questa legislatura quando abbiamo modificato la Costituzione, riducendo il numero di deputati e senatori, non abbiamo abbiamo chiesto di sciogliere immediatamente Camera e Senato...», tradotto: in caso di approvazione della riforma Costituzionale di elezione diretta del Capo dello Stato non chiederemo le dimissioni di Mattarella. Silenzio invece da Giorgia Meloni. Ambienti di Fratelli d'Italia non nascondono «imbarazzo» per le parole del Cav, che risultano anche inopportune visto che prima dell'approvazione della riforma passeranno almeno due anni, con un iter - proprio perché costituzionale - che prevede quattro letture e un eventuale referendum qualora non fosse approvata a maggioranza assoluta. Un polverone, dunque, a cui però Berlusconi risponde con una alzata di spalle. Una mia candidatura al Colle dopo le dimissioni di Mattarella? «Parliamo delle cose di adesso, il futuro è nelle braccia degli dei». 

Dai blog