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M5S, la crisi di governo porta ad un'altra spaccatura. “Rischia brutto”, l'epurato eccellente

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La resa dei conti interna al Movimento 5 Stelle è solo rinviata. Oggi i deputati grillini avrebbero dovuto riunirsi nuovamente in assemblea, dove, riferiscono fonti interne, i ‘contiani’ avrebbero tentato un agguato al capogruppo Davide Crippa, per intimargli di lasciare la presidenza del gruppo. A Crippa viene rimproverato, a torto o ragione, di essersi schierato contro il leader Giuseppe Conte e di non aver rappresentato le posizioni della maggioranza. Anche nell’assemblea che si è tenuta in mattinata con l’ex premier Crippa avrebbe assunto una posizione fortemente critica, puntando il dito contro chi in queste settimane ha «attaccato, demonizzato, trattato con ferocia» chi la pensava diversamente. «È stato vergognoso, eppure fino a ieri pomeriggio tutte le opzioni erano sul tavolo, anche quella di dare la fiducia al governo. Dunque questi attacchi, col senno di poi, sono stati ancora più ingenerosi», il suo affondo. 

 

 

Il mandato di Crippa - che si è rifiutato, tra le altre cose, di rinnovare il contratto di Rocco Casalino - è in scadenza a dicembre, ma ora, con lo scioglimento anticipato delle Camera, dovrebbe andare avanti alla guida del gruppo Camera fino al termine della legislatura. Il condizionale è d’obbligo, «perché Crippa rischia brutto», spiegano le stesse fonti. 

 

 

All’interno del Movimento c’è poi anche un problema, non secondario, di cassa. Con la legislatura ‘ristretta’ entreranno ancor meno risorse, e questo dopo il ‘salasso’ già provocato dai parlamentari che hanno lasciato il Movimento con la scissione guidata da Luigi Di Maio. La campagna elettorale ha un costo, e la maggior parte dei parlamentari ha smesso di versare da tempo, complice anche l’incognita ricandidatura. Tanto più grande per chi ha già due mandati alle spalle, mentre trapelano, proprio su questo, voci di un nuovo niet di Beppe Grillo alla deroga al terzo mandato, anche se il garante e fondatore del Movimento avrebbe condiviso - questione affatto secondaria - la scelta dei vertici pentastellati di non votare la fiducia. A fare le spese delle minori entrate e dei costi della campagna elettorale potrebbe essere Italia 5 Stelle, la kermesse grillina messa in stand-by per la pandemia ma che quest’anno avrebbe dovuto riprendere. «Difficile si farà, probabile salti», viene spiegato. Intanto continuano a rimbalzare rumors su nuovi addii imminenti, anche di big del Movimento. Una situazione caotica.

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