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Crisi di governo, Guido Crosetto affonda il Pd: "Vogliono solo nomine e potere"

Guido Crosetto
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«Molti di quelli che oggi vogliono a tutti i costi proseguire l'esperienza del governo Draghi non lo fanno per il bene dell'Italia, ma solo per il proprio tornaconto personale. Da questo discorso ovviamente escludo il presidente del Consiglio, ma per quanto riguarda i partiti, c'è chi vuole sopravvivere, chi punta ad allungarsi la vita perché sa che a fine legislatura sarà destinato a scomparire, chi ha bisogno di tempo per riorganizzarsiechi, infine, vuolecontinuare a gestire le nomine. Questa è la verità. Nel dibattito in corso non c'è molto di nobile».

Guido Crosetto, imprenditore, ex parlamentare e cofondatore di Fratelli d'Italia, argomenta con la consueta schiettezza e competenza i motivi che spingono l'attuale maggioranza a «far finta di niente». Sicuro che, alla fine di questa crisi di governo, a vincere non saranno gli italiani, ma gli interessi di partito.

Crosetto, come va a finire questa crisi?
«A oggi come se nulla fosse accaduto. Mi sembra che tutti abbiano l'intenzione di andare avanti facendo finta di niente e si rimangeranno quello che hanno detto fino a pochi giorni fa, Draghi compreso». Avanti con il governo Draghi allora. E Conte? «Rischia di essere l'unico che rimane fuori, isolato nel suo stesso partito».

Tutto deciso quindi. Con quale scenario?
«Molto fosco. C'è poco di responsabile nel panorama politico intorno al governo. Escluderei Draghi da questo discorso, ma chi oggi vuole proseguire lo fa per sopravvivere, per rinviare di qualche mese la propria fine, per riorganizzarsi o per continuare a gestire le nomine. Questo in particolare è il tentativo del Pd».

Beh, veramente Draghi sulle nomine ha lasciato briciole ai partiti.
«Perché lei si sofferma solo sulle nomine apicali delle grandi aziende o sui Cda. Ma poi ci sono le nomine nella burocrazia e anche dai Cda dipendono tante assunzioni che i politici usano per piazzare persone a loro vicine. Il Pnrr lo gestisce la burocrazia, quindi i partiti, uno in particolare».

Quindi la tiritera su Draghi riserva della Repubblica è tutta retorica?
«Guardi... perché chi ha fatto di tutto per non mandare Draghi al Quirinale oggi lo ritiene indispensabile per soli cinque mesi. È surreale, soprattutto in considerazione della situazione drammatica che il Paese vivrà tra sei mesi. Tutti gli indicatori ci dicono che lo tsunami deve ancora arrivare. Le faccio qualche esempio».

Prego.
«L'inflazione sta facendo danni enormi, ma aumenta di settimana in settimana con un impatto devastante sulle imprese e soprattutto sulle famiglie. Il prezzo dell'energia è quintuplicato e a settembre molte aziende non riapriranno perché sono già oggi fuori mercato. Eni ed Enel stanno disdettando molti contratti perché non saranno in grado di fornire alle aziende l'energia promessa. In questo contesto Draghi cosa può fare con dei partiti che torneranno a insultarsi tra pochi giorni? Come farà a fare una legge di Bilancio dalacrime e sangue? I partiti la voteranno? A cosa serve questo nuovo patto di maggioranza?».

Di cosa ha bisogno l'Italia allora? «Un Parlamento forte. Questo serve all'Italia. Questo Parlamento non è debole perché siamo a fine legislatura, ma perché la forza di maggioranza relativa si è liquefatta, si è sciolta. I partiti che vogliono andare avanti sono interessati a fare i loro interessi per altri sei mesi, ma non è questo ciò che serve all'Italia. Lavorano contro la Nazione e, per di più, lo fanno cercando di mettere una maglietta di partito addosso al presidente delConsiglio. Draghi, invece, dovrebbe essere lasciato libero di lavorare davvero per fare gli interessi dell'Italia, ad esempio fungendo da garanzia per i mercati».

Cosa pensa del premier? «Sul Pnrr sta sbagliando. Non conosce la burocrazia né il tessuto economico del Paese e questo si tradurrà inevitabilmente nell'incapacità di mettere a terra il Pnrr».

Allora Draghi a cosa serve?
«Dovrebbe fare ciò che sa fare meglio. Il solo suo volto rappresenta una garanzia peri mercati. Può piacere o no, ma è così. Questo dovrebbe fare il premier, garantire l'Italia davanti ai mercati internazionali e spiegare all'Unione europea che solo un cretino può pensare di lasciare invariati i tempi del Pnrr. È scoppiata una guerra, lo scenario globale è completamente mutato, serve più tempo. Questo sarebbe davvero molto importante per l'Italia».

I partiti però sembrano andare verso il Draghi bis. Se Lega e Forza Italia dovessero prestarsi, pensa che la coalizione di centrodestra sia destinata a rompersi?
«Bisogna chiederlo a loro. Ma soprattutto bisognerebbe chiedergli i motivi per cui decidono di andare avanti così. Davvero non capisco i motivi di questa scelta. A meno che Lega e FI non vedano Draghi come imprescindibile. Allora, dico io provocatoriamente, lo propongano chiaramente come presidente del Consiglio anche nella prossima legislatura anche per il cdx».

Attenzione... così argomentando finiamo a parlare di proporzionale.
«Eh, ma poi dovrebbero fare un altro governo con il Pd, con diversità insuperabili tra i partiti. E non parlo dello ius scholae o dalla cannabis. Parli di visioni diverse su riforme strutturali, prendiamo ad esempio la giustizia, il fisco. Anche gli stessi esponenti di Lega e FI non capiscono perché si debba andare avanti con Draghi anziché andare al voto. Per tirare a campare? Perché hanno paura di non essere rieletti?».

Ma se si votasse oggi il centrodestra stravincerebbe in quasi tutti i collegi, in Parlamento ci sarebbe una maggioranza ampissima e non sarebbe certo un problema rieleggere gli uscenti.
«Verissimo. Se si votasse a ottobre verrebbero rieletti tutti. Ma non lo capiscono...».

Che quadro si delineerà se Conte decidesse di non votare la fiducia?
«Se il M5S sta fuori dal governo avremo sei mesi di attacchi feroci al governo e ciò costringerà anche Fratelli d'Italia, finora l'unica opposizione in Parlamento, che sinora ha svolto il proprio ruolo in modo responsabile e costruttivo, a usare toni molto più duri. Si prepara un brutto clima».

Ammesso che Conte davvero rompa...
«Già, e se alla fine votasse la fiducia? Se non rompe Lega e Forza cosa faranno? Come potranno smentire se stessi, visto che fino a oggi hanno ripetuto in continuazione che non ci sono le condizioni per continuare a governare con il M5S e che il Draghi bis può esserci solo se non c'è Conte? Vede, torniamo al punto di partenza. Andare avanti con questo governo conviene soltanto al Pd, il solo partito che è al potere anche se perdele elezioni, da anni è così e da anni continua a gestire nomine e potere».

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