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Tetto al prezzo del gas, l'Europa dice no a Draghi: "Discussione a ottobre". La verità sul price cup

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Non è ancora una vittoria ma di sicuro un balzo in avanti. Il tema del price cap inizia a fare breccia nell'Ue. E nelle conclusioni del Consiglio europeo l'Italia porta a casa il riferimento diretto alla menzione del "price cap". Un risultato notevole per il premier Draghi, considerando che l'energia non era nemmeno tra i punti all'ordine del giorno del vertice, anche se tutto il pacchetto sul gas viene rimandato alle valutazioni che la Commissione Ue sta portando avanti e al vertice previsto dal calendario per il 20 e 21 ottobre. Non passa infatti l'idea di Palazzo Chigi di convocare per fine luglio un Consiglio straordinario sull'Energia perché "è stato fatto osservare che non abbiamo ancora uno studio su cui discutere", ha riferito il premier, ma "la Commissione ha promesso un rapporto completo sul controllo dei prezzi e sul tetto al prezzo del gas, ma anche sulla riforma del mercato dell'elettricità". E tutto questo avverrà a settembre, in vista del vertice di ottobre. Una data troppo in là per affrontare un'eventuale emergenza gas che già ha dato i primi segnali in Europa. Fermo restando che "se la situazione dovesse aggravarsi" i leader sarebbero aperti a riunirsi in un vertice straordinario già prima.

Quello del price cap, ovvero l'imposizione di un tetto nelle piattaforme di negoziazione del gas oltre al quale gli operatori europei non possono comprare, è uno degli strumenti che la Commissione studierà e che finora ha contemplato nel piano RePowerEu solo come misura temporanea in casi di emergenza. Tanti paesi sono scettici per paura che la Russia possa tagliare le forniture, ma questo sta già avvenendo, tanto vale provare a usarlo per limitare gli effetti del caro-energia su famiglie e imprese è la linea italiana, sposata da Francia, Spagna, Grecia e Portogallo. Per ora siamo nella fase esplorativa ma lo strumento è sul tavolo e anche i leader più restii, come l'olandese Rutte, non solo "ideologicamente" contrari, devono essere convinti. Nelle conclusioni del vertice c'è l'invito alla Commissione europea "a esplorare con i partner internazionali modi per frenare l'aumento dei prezzi dell'energia, compresa la fattibilità dell'introduzione di massimali temporanei dei prezzi all'importazione (price cap), ove opportuno", si legge nel testo. Non solo: anche la posizione della Germania "è cambiata progressivamente muovendosi nella nostra direzione e da una obiezione di principio ora c'è molta apertura", ha annunciato il presidente del Consiglio nella conferenza stampa al termine del vertice.

Intanto la Commissione europea ha annunciato per luglio il lancio di "un piano europeo comune di riduzione della domanda di emergenza con l'industria, ma anche con i 27 Stati membri". Sarà basato sul "risparmio intelligente" e avrà un approccio coordinato fondato sulla solidarietà, sulla scia della lezione appresa dalla pandemia, ha evidenziato la presidente dell'Esecutivo Ue, Ursula von der Leyen, dopo il vertice. Un piano di contingentamento, in poche parole, "essenziale ad aiutare le nostre economie e società ad adattarsi alle nuove condizioni", visto che i prezzi dei combustibili fossili non torneranno a buon mercato. Il timore è che con l'arrivo dell'autunno Putin inizi a usare sempre più il gas come arma, ipotesi che l'Italia è riuscita a far inserire nelle conclusioni del Consiglio (weaponisation) e che dovrebbe spingere la Commissione a proseguire "con urgenza" gli sforzi "al fine di garantire l'approvvigionamento energetico a prezzi accessibili". Ed è per questo - avverte von der Leyen - che è meglio "prepararsi allo scenario peggiore"

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