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Quanto dura il governo Draghi: "Elezioni anticipate o fine legislatura". La data cruciale

Christian Campigli
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Quarantacinque giorni all'alba. Settembre sarà il mese decisivo per capire se vi saranno elezioni anticipate o se l'esecutivo guidato da Mario Draghi porterà la traballante nave italica fino al porto della naturale conclusione della legislatura. Lo scossone principale (ma non è il solo, sia chiaro) viene dai risultati delle amministrative e al disastro legato ai referendum sulla giustizia. Salvini è ad un bivio.

Il leader della Lega sa benissimo che l'analisi di Giorgia Meloni è corretta. Restare in maggioranza, seduto accanto al Pd e ai Cinque Stelle, sta erodendo, giorno dopo giorno, la sua base elettorale. Che non si è disinnamorata delle idee di destra, tutt'altro: semplicemente si è spostata verso Fratelli d'Italia, proprio per la coraggiosa scelta di Crosetto e soci di occupare i banchi dell'opposizione. Settembre sarà l'ultima data per una possibile crisi di governo e per un voto anticipato. Poi, con l'arrivo dell'autunno e l'incombenza della Finanziaria, sarà sostanzialmente impossibile far naufragare l'ospite di Palazzo Chigi. Che, è bene non dimenticarlo, è esausto per tutti questi tira e molla. Nauseato da una classe politica che giudica non all'altezza del gravoso compito affidatogli dagli elettori. Draghi voleva diventare Presidente della Repubblica.

I partiti, dopo averlo corteggiato prima, illuso poi, lo hanno scaricato. Per paura di tornare alle urne. E di assumersi delle responsabilità in prima persona. Salvini in questi quarantacinque giorni si aspetta passi in avanti su temi cruciali per il suo elettorato. Sarà determinante, ad esempio, valutare il numero di sbarchi di immigrati provenienti dall'Africa. “Elezioni anticipate? Impossibile. I peones si attaccheranno alla poltrona e cercheranno, con ogni mezzo, di arrivare fino a marzo 2023. Sono disposti a tutto pur di non dover tornare a lavorare. Sanno benissimo che più della metà dell'attuale Parlamento non rientrerà mai più qua dentro”, racconta, in via confidenziale, un deputato centrista. In questo scenario da incubo, condito da mediocrità e pressapochismo, una certezza granitica: Salvini sta per giocarsi la partita più importante della sua carriera politica. Se la vincerà tornerà ad indossare i panni del Capitano. In caso contrario, dovrà cedere il passo all'opposizione interna e a Giorgia Meloni.

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