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Batosta di Fratelli d'Italia agli alleati: "Ci siamo rivisti ma restano i problemi. Ecco quali". E la Lega replica...

Salvini e il Cav raggianti. Ma la leader di Fratelli d'Italia li gela: "Tante distanze, non basta proclamare l'unità..."

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Fratelli d'Italia smorza gli entusiasmi degli alleati dopo il vertice di Arcore. Se Silvio Berlusconi e Matteo Salvini erano apparsi raggianti al momento di commentare l'esito dell'incontro, il primo da gennaio, il partito di Giorgia Meloni offre una lettura assai diversa, piena di luci e ombre. In particolare per la decisione del segretario leghista di non osare ancora il via libera alla ricandidatura di Nello Musumeci alla guida della Regione Sicilia.

"È sicuramente positivo incontrati - scrive in una nota ufficiale Fratelli d'Italia - ma l'unità della coalizione non basta declamarla. Occorre costruirla nei fatti. Su 26 città capoluogo sono solo 5, ma importanti, le città in cui il centrodestra andrà diviso al primo turno ma restano ancora diversi nodi aperti. "annuncio del candidato".

"Analogamente, se è positiva la modalità contrarietà ad una futura legge proporzionale per le elezioni politiche - ha continuato il partito di Giorgia Meloni -  restano ancora fumose le regole d'ingaggio sulle con cui formare liste e programmi comuni. Fratelli d'Italia, nel confermare la modalità sua indisponibilità a qualsiasi futura alleanza con il Partito democratico e/o Cinquestelle, confida nella chiarezza stessa da parte degli alleati, convinta che occorra essere uniti non solo nella forma ma anche nelle scelte, nei progetti e nei programmi".

Sulla Sicilia arriva a stretto giro la replica del Carroccio: «La Lega sulla Sicilia non ritarda nulla, anzi a Palermo per prima ha ritirato il suo ottimo candidato sindaco pur di avere una squadra unita. I dubbi su Musumeci non sono di Salvini o della Lega, ma semmai della netta maggioranza dei siciliani stando ad esempio all’ultimo sondaggio pubblico di Swg, che lo vede purtroppo terz’ultimo per gradimento in tutta Italia. La Lega continua a sostenere lealmente la giunta Musumeci e a lavorare non per interesse di partito ma per il bene dei siciliani, e la scelta sul futuro governatore verrà presa in Sicilia, non a Roma o a Milano, dopo le vittorie di Palermo e di Messina». Lo dice il coordinatore siciliano della Lega-Prima l’Italia Nino Minardo.

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