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Conte non ha capito nulla della guerra. Le critiche M5s alle armi all'Ucraina

Fabrizio Cicchitto
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Purtroppo l’ex premier Conte dimostra di aver capito assai poco della situazione esistente a livello internazionale quando chiede che nel caso si debba fare un terzo decreto sull’Ucraina (dopo quello già approvato da lui stesso e dal Movimento 5 stelle che arriva fino al 31 dicembre), questo dovrà escludere a priori un altro invio di armi a Kiev perché il nostro Paese si deve concentrare sulla ricerca della pace. In primo luogo nessuno può prevedere quello che avverrà di qui a fine anno, in secondo luogo allo stato attuale delle cose Putin non ha dato nessun segnale di voler interrompere l’invasione, anzi è evidente che egli, fallito il blitz, vuole impostare l’aggressione su una durata di medio periodo. Allora quando Conte afferma che in Ucraina ci sono già troppe armi si riferisce non certo ai russi che per parte loro ne stanno mettendo in campo enormi quantità, ma agli ucraini: di conseguenza in una situazione di questo tipo nella quale la guerra continua interrompere l’invio delle armi a sostegno di questi ultimi vorrebbe dire fare a Putin un incredibile favore. 

 

Ma quello che in modo ancor più marcato dimostra che Conte non sta capendo nulla di ciò che avviene è costituito dal fatto che la Finlandia (e probabilmente la Svezia) ha richiesto l’adesione alla Nato. Qui non ci troviamo di fronte alla «espansione della Nato», ma esattamente al contrario: così come la Polonia nel 1999 e i tre Stati baltici nel 2004 (ma in entrambe quelle occasioni Putin non ha protestato) adesso sono la Finlandia e forse la Svezia a chiedere di aderire alla Nato per avere un ombrello protettivo nei confronti di un pericoloso vicino.

 

Ma c’è di più. Nel passato la Finlandia e la Svezia avevano fatto una scelta per la neutralità quando ai confini c’era l’Urss guidata dal PCUS che aveva come segretari comunisti ultraortodossi come Breznev, Andropov e compagnia bella. Comunisti ortodossi, però, che non esitavano ad usare le armi contro chi (vedi gli ungheresi e i cecoslovacchi) voleva uscire dall’impero, ma rispettavano rigorosamente lo status di chi non faceva parte di esso e tantomeno evocavano in ogni occasione la possibilità di un uso delle armi atomiche. Essi non facevano questa evocazione perché sapevano benissimo che gli Usa, la Gran Bretagna, la Francia e pertanto la Nato sono anch’essi dotati di armi atomiche e, a parte gli insediamenti sul territorio, sommergibili statunitensi e inglesi, dotati di missili, girano anch’essi per i mari.

 

Di conseguenza la Finlandia e la Svezia allora non hanno mai pensato di correre rischi di invasione, adesso temono l’avventurismo di Putin che sta creando situazioni paradossali. Infatti la Nato era ridotta a essere una sorta ente inutile e invece proprio Putin ne sta provocando la rivitalizzazione. Detto tutto ciò comunque è auspicabile che tutti tengano i nervi apposto. In ogni caso Draghi sta seguendo una via razionale ed equilibrata, certamente non guerrafondaia, ma che tiene conto realisticamente di tutti i termini della situazione. Allora è bene per tutti che Conte freni l’impulso di buttare tutto per aria per una sorta di vendetta rispetto alla crisi del suo governo. Infatti eventuali elezioni anticipate, che sarebbero la conseguenza inevitabile di una crisi del governo Draghi, sarebbero certamente negative per l’Italia, ma un autentico disastro per il Movimento 5 stelle.

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