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Roma, Conte sfida Gualtieri: pronto l'emendamento per bloccare il termovalorizzatore

Claudio Querques
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Depotenziare Gualtieri. Stralciare dai poteri speciali concessi al sindaco di Roma la norma del decreto Aiuti che lo nomina a tutti gli effetti commissario ai rifiuti. Vorrebbe dire sbarrare la strada al termovalorizzatore. Spegnere l’inceneritore prima ancora che il progetto prenda una forma compiuta. Nel frattempo la campagna «denigratoria» continuerà. Ma dire che «il mostro disperderà fumi inquinanti», «rilascerà scorie pericolose», e aggiungere che «mai vorrei far respirare quell’aria a mio figlio», non è sufficiente. L’escalation delle parole non basta: Giuseppe Conte vuole passare ai fatti. 

Il piano dell’ex avvocato del popolo prevede altre trappole, granelli di sabbia nell’ingranaggio parlamentare. A partire da un emendamento ad hoc per cancellare quella norma che consente al sindaco di bypassare il piano regionale (che non prevede l’inceneritore) e velocizzare l’iter. I «consigliori» dell’ex premier sono al lavoro per emendare il testo. Verrebbe cassato il punto in cui si dice che «al fine di consentire le celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025 e prevenire criticità nella gestione dei rifiuti, il sindaco, già nominato commissario straordinario del governo, predispone e adotta il piano di gestione dei rifiuti della città, regolamenta le attività di gestione dei rifiuti, elabora e approva il piano per la bonifica delle aree inquinate, approva i progetti di nuovi impianti». Va da sé che senza queste 4 righe Gualtieri potrebbe fare ben poco. Sono le stesse sulle quali si consumò lo strappo dei ministri 5 Stelle in Cdm mandando in fibrillazione la maggioranza. 

Conte cerca alleati. L’idea è organizzare un’assemblea plenaria, mettere insieme tutte le anime inquiete dei vari comitati del No. «Giuseppi» lancia insomma un ponte ai militanti di Articolo 1, alla Cgil e a quel microcosmo ambientalista che fa gola a molti. È il nuovo spazio politico che Il M5S targato-Conte vorrebbe conquistare e che – visti i sondaggi non incoraggianti per il Movimento - potrebbe tornare buono anche a ridosso delle prossime elezioni. 

Nel quartier generale di via Campo Marzio si disegnano intanto nuove strategie di sopravvivenza. Cresce l’influenza del sociologo Domenico De Masi, da sempre vicinissimo a Beppe Grillo. E inizia ad avere un ruolo ben definito anche la giovane cantautrice Nina Monti. Un mix: sociologi, ex comici e ballerine uniti per rilanciare il M5S nella nuova versione green. Oggi i Radicali chiederanno pubblicamente che i romani possano esprimersi con un referendum. La specialità della casa, che allungherebbe i tempi a dismisura. In quanto a Conte, sa bene che in Commissione non ci saranno i numeri per far passare l’emendamento. Ma non è questo il punto. Il punto è avere visibilità, marcare il territorio, fare proselitismo su un tema «caldo».

Una posizione non condivisa al cento per cento da tutti gli iscritti, che trova resistenze soprattutto alla Pisana. Roberta Lombardi, assessore regionale alla Transizione ecologica, abbassa i toni e si pone in modo più costruttivo. Ammette che serve una «soluzione radicale», che «da almeno 9 anni sono state procrastinate di continuo le scelte necessarie a dotare la città dell'impiantistica e degli strumenti necessari a garantire un servizio adeguato ai cittadini». Riconosce a Gualtieri il merito di aver «inaugurato una stagione di assunzione di responsabilità rispetto ad un problema irrisolto e spinoso come quello dei rifiuti di Roma». E lascia intendere che un accordo è possibile, si può «guardare al futuro investendo su nuovi impianti che coniughino la necessità di garantire un servizio pubblico ai cittadini di Roma e del Lazio con quelle di tutelare ambiente e salute e creare un'occupazione di qualità». 

Una posizione dunque molto più conciliante, ben diversa da quella di Giuseppe Conte e soprattutto di Virginia Raggi, l’ex sindaca irriducibile. «Il termovalorizzatore - per lei – è tecnologia vecchia, la transizione ecologica non si fa un po’, o si fa o non si fa». E nel frattempo? Largo ai cinghiali.
 

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