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Sorride Confedilizia: “Bene l'intesa sulla casa, stangata scongiurata e svolta sugli affitti”

Pietro De Leo
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«Aspettiamo di vedere il testo, ma comunque l'accordo raggiunto sul catasto, grazie all'intervento del centrodestra, va in linea con il superamento di ciò che ci vedeva contrari». Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, commenta con Il Tempo l'intesa tra Lega, Forza Italia, Centristi e Palazzo Chigi sulla parte più controversa della delega fiscale. L'associazione, negli scorsi mesi, si è molto battuta contro una riforma che avrebbe causato una nuova stangata fiscale sul mattone. Spaziani Testa, è arrivata la svolta sull'articolo 6, quindi. «Il centrodestra ha ottenuto un intervento importante sul comma 2. Quest' ultimo, prima prevedeva una revisione prima sulla base dei criteri patrimoniali, ora, dopo l'intesa, sulla base di criteri reddituali. Il tutto senza effetti fiscali. È una novità non da poco. Certo, l'ideale sarebbe stato che fosse stato eliminato del tutto il comma 2, lasciando soltanto il primo che apre alla mappatura per far emergere gli immobili fantasma. Ma in ogni caso mi pare che il compromesso raggiunto sia positivo, e il risultato di principio è stato l'eliminazione del riferimento al catasto dei valori patrimoniali. Poi va sottolineato un altro aspetto rilevante, oltre a quello del catasto».

 

 

Con questo si riferisce all'articolo 2, che interviene sugli affitti? «Esattamente. Prima dell'accordo, il testo prevedeva che vi fosse una sola, al massimo due aliquote fisse proporzionali, in alternativa al regime di tassazione Irpef. Poiché si era detto che questa aliquota al minimo potesse avere il 23 o il 26%, era scontato che si sarebbe arrivati ad un aumento della tassazione sui redditi della locazione abitativa, perché quelli sono trattati con cedolare secca o del 21 o del 10%. Dunque inferiori rispetto alle percentuali previste. Questa cosa è stata scongiurata. E si tratta di una novità molto importante, perché sarebbero aumentate le tasse sugli affitti abitativi, il che avrebbe avuto conseguenze non solo sui proprietari, ma anche sugli inquilini. Invece serve esattamente l'opposto, tanto che noi continuiamo ad auspicare l'estensione della cedolare secca anche agli affitti commerciali. In ogni caso, questa è la riprova che sia noi sia il centrodestra dicevamo il vero, ossia che questa delega fiscale avrebbe portato a maggiori tasse sulla casa. Peraltro, mi risulta che su questa disciplina della cedolare secca, Draghi abbia convenuto immediatamente di applicare una modifica. Sul catasto, invece, è stato più difficile».

 

 

Pericolo scampato, dunque? «Ripeto, è stato fatto un buon lavoro. Visti i precedenti, scampato pericolo quando si parla di tassazione immobiliare non lo è mai. Soprattutto quando si viene da un testo che il governo ha accompagnato con la relazione, risalente allo scorso novembre, in cui si dice che l'articolo 6 è coerente con la raccomandazione della Commissione Europea che chiede di diminuire la tassazione sul lavoro attraverso l'aggiornamento catastale. Io lo tengo fissato su Twitter, a riprova dei rischi che corriamo. Con una premessa del genere, la tranquillità assoluta è difficile averla».

 

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