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Caso gas e rubli, Draghi toglie la parola a Cingolani. Nervi tesi col ministro in conferenza

Giada Oricchio
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Il pagamento del gas russo in rubli? E il clima si fa teso tra il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Partiamo dall’antefatto. Alla vigilia della visita del premier all’Europarlamento, Cingolani ha dichiarato a “politico.eu” che nelle more di capire la cornice legale, era il caso di permettere alle aziende di pagare il gas nella moneta di Mosca.

Nel pomeriggio la smentita: per il ministero della Transizione ecologica era un virgolettato inesatto, per la stampa Draghi era sobbalzato e aveva chiesto la rettifica. Sta di fatto che durante la conferenza stampa di presentazione del decreto legge Aiuti varato in serata dal CdM, Cingolani è tornato sulla frase incriminata: “La mia proposta è simile a quella della Commissione europea. Le company di energia dovrebbero accontentarsi del pagamento in euro e nella transazione finale i russi dovrebbero considerare il pagamento in rubli dopo la conversione”. Poi se l’è presa con i giornalisti: “E’ uscito questo interessante titolo che io apro ai rubli, abbiamo fatto una smentita, non ho altro da aggiungere, la nostra posizione è chiara fin dal giorno uno, trovo purtroppo questi giochetti, ‘titolo versus contenuto’, abbastanza deplorevoli”.

Un cenno d’ira rintuzzato dal premier Mario Draghi, che in genere sempre molto accorto nel non interrompere i suoi ministri, ha levato la parola a Cingolani: “Comunque la nostra posizione è quella della Francia, della Germania, tutti seguiremo le indicazioni della Commissione al riguardo, non c’è nessuna distinzione dell’Italia dagli altri”.

Poco dopo c’è stato il secondo round. Sempre sulla  questione delle sanzioni e quella del pagamento del gas in rubli, il ministro della Transizione ha fatto notare con puntiglio che la “geografia dell’energia è un po’ più complessa di come si crede” e per questo, ogni decisione va presa di concerto con le altre nazioni: “L’Europa è unita, si deve presentare unita e deve scoraggiare qualsiasi azione individuale”.

Un avvertimento? Qualcuno sta pensando di andare per conto suo? Ebbene, dalla frase successiva, pronunciata con un tono aspro e preoccupato, Cingolani ha rivelato che c’è maretta: “Certo, ci sono delle complicazioni e si stanno affrontando. La Commissione sta affrontando le questioni legali della conversione euro-rubli, ma c’è un’urgenza e l’abbiamo segnalata perché a metà maggio c’è la tranche da pagare. E’ bene che l’Europa dia un’indicazione univoca e di alto livello e comune a tutti quanti, bisogna lavorare su questo”.

E la conferma che ci sono frizioni e attriti tra i Paesi della UE è arrivata anche dal premier Draghi che, non del tutto soddisfatto dalla risposta, è intervenuto per seconda volta a completare il pensiero di Cingolani: “E’ importante che la Commissione esprima un pensiero legale CHIARO sul fatto che il pagamento in rubli costituisce circonvenzione delle sanzioni o no. Questo è l’unico modo per tenerci tutti uniti altrimenti ogni Paese farà come crede. Per me è una violazione contrattuale, per questo aspetto con ansia la posizione della Commissione, per capire se dà o no sostengo alla mia convinzione personale peraltro sostenuta da tanti”.

 

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