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Strade Sicure, riparte la lite nel governo: botta e risposta sui militari tra il ministro Guerini e il sottosegretario Molteni

Pietro De Leo
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Un altro punto di frizione si è innescato all’interno del governo e riguarda l’operazioneStrade Sicure”. Fu una delle iniziative qualificanti del governo Berlusconi: coinvolgere i militari nei presidi di sicurezza in strada, presidiando i punti più critici dei tessuti urbani, tra periferie e stazioni. Ora, però, è stata innestata la retromarcia.

In realtà, ciò era avvenuto già con la manovra 2020, governo Conte 2, quando fu sancita la decisione di togliere i militari dalle strade. Oggi, questo percorso continua, così come sono stati tagliati i circa 750 militari che erano stati destinati al presidio dei tessuti urbani sotto emergenza Covid. Di recente il ministro dell’interno Luciana Lamorgese aveva manifestato l’intendimento di ridurre, via via, il personale in divisa per “Strade Sicure”.

Oggi il titolare della difesa Lorenzo Guerini, Pd, è tornato sul punto: si tratta, ha detto, di “un’esperienza che nasce da alcune situazioni specifiche. Non è e non può essere l’ordinarietà”. E ha aggiunto: “sto ricalibrando insieme al prefetto Giannini (il capo della Polizia ndr) il dispositivo di strade sicure, da 7.800 e passa a cui siamo arrivati arriveremo a 5mila. Non lo faccio perché voglio essere reticente a dare un aiuto, ma perché le cose vanno ricondotte nel loro alveo più ordinario e vero”.

Non è d’accordo con questa linea, però, il sottosegretario all’interno Nicola Molteni, Lega. “La riduzione dei militari coinvolti nel contingente ordinario dell’operazione, così come la mancata proroga dei 753 del contingente straordinario legato all’emergenza Covid, è un errore”. E spiega che "Strade Sicure" rappresenta “un servizio di deterrenza importante, molto apprezzato dalle comunità e dagli amministratori locali, che consente alle forze di polizia di concentrare le proprie risorse nelle attività di prevenzione, controllo del territorio e contrasto alla criminalità”.

Molteni poi osserva che potenziare gli organici delle Forze di Polizia è un passaggio ineludibile, ma finché ciò non avverrà occorre utilizzare ogni risorsa del comparto sicurezza sul territorio”. In tutto ciò va tenuto conto del quadro generale, considerando l’evoluzione delle minacce e, soprattutto, i fenomeni che gravano sul nostro Paese, dall’aumento delle disuguaglianze alla pressione migratoria, fattori che rischiano di mettere a repentaglio la coesione sociale.  

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