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Referendum giustizia, Verini (Pd): "Gli emendamenti sul Csm devono essere ritirati"

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Pierpaolo La Rosa
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«Ci sono le condizioni per iniziare a votare, in commissione Giustizia alla Camera, quanto meno tutti gli emendamenti su cui si è raggiunto un accordo sostanziale. Quanto al resto, il clima mi è sembrato costruttivo: si ha consapevolezza che perdere questa occasione sarebbe imperdonabile». È «fiducioso», dopo la riunione di ieri dei capigruppo di maggioranza in commissione con la Guardasigilli, Marta Cartabia, il deputato del Partito democratico, Walter Verini, relatore di quella riforma dell’ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura su cui si stenta, per ora, a trovare un accordo.

Onorevole Verini, si può giungere a un testo condiviso? 
«Dobbiamo raccogliere l’appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a fare presto e bene, per dare al Csm nuovi strumenti in vista dell’elezione del prossimo luglio e per fornire, al tempo stesso, un contributo al rinnovamento della magistratura. Credo che ci siano, anche qui, le condizioni per rimuovere in uno spirito unitario quelli che sono i maggiori ostacoli. Penso che sarebbe naturale ascoltare le autorevolissime opinioni che la ministra della Giustizia, nonché ex presidente della Corte costituzionale, ci ha trasmesso circa i probabilissimi profili di incostituzionalità contenuti in alcuni dei subemendamenti, presentati in particolare da Forza Italia, sul sorteggio del Csm. Com’è noto, Cartabia ha affermato che ci sono profili di incostituzionalità e che proprio per tale motivo si è anche parlato di possibili problemi legati alla promulgazione. È evidente che, davanti a un parere così autorevole, mi aspetterei il superamento di questi subemendamenti. Noi ce lo aspettiamo».

E sulla separazione delle funzioni tra magistratura requirente e giudicante? 
«Anche sulla separazione delle funzioni, sapendo che non si tratta di separazione delle carriere, penso che ci siano le condizioni per trovare una sintesi, che da un lato possa inevitabilmente avvicinare le posizioni di tutti, e che dall’altro consenta di individuare un giusto equilibrio tra chi ritiene necessario ridurre al minimo i passaggi e chi, invece, sostiene che qualche passaggio di funzione possa essere utile all’esercizio della giurisdizione».

Cosa risponde al suo collega Zanettin, che esclude passi indietro di FI su Consiglio superiore della magistratura e separazione delle funzioni? 
«Rispondo che se prevale la volontà positiva, necessaria per il Paese, tutti saremo chiamati a fare un passo indietro rispetto alle proprie posizioni di partenza. Sul sorteggio del Csm, davanti ai giudizi della Guardasigilli, mi parrebbe naturale superare quel problema, pur mantenendo ognuno le sue idee. Lo stesso dicasi per la separazione delle funzioni. Penso sia il momento non di piantare bandierine o punti di non ritorno, tanto più in presenza di probabili giudizi di incostituzionalità, ma di fare prevalere l’obbligatorietà di fronte al Paese di trovare sintesi intelligenti, sostenibili, per rendere il sistema giustizia italiano più moderno»

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