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Silvio Berlusconi, come si spiega il silenzio sulla guerra di Vladimir Putin: "Non parla ma.."

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Il silenzio di Silvio Berlusconi sull’invasione russa in Ucraina? Da più parti, negli scorsi giorni, è filtrato il dolore del leader di Forza Italia nel vedere il percorso politico di Vladimir Putin degenerato nella sopraffazione violenta pura, che giustamente ora lo configura come nemico numero uno del mondo libero. Una chiave di lettura, però, l’ha fornita Alessandro Giuli su Libero. Ed è il progressivo abbandono di quel percorso di avvicinamento tra Occidente e Russia di cui proprio il leader azzurro fu artefice con il vertice di Pratica di Mare, nel 2022.

Un evento che a quei tempi suscitò molte perplessità, ma la foto simbolo di Berlusconi che congiunge le mani di George W. Bush (allora presidente degli Stati Uniti) e Putin al margine del vertice Nato-Russia segnò l’inizio di quella che Giuli definisce “una stagione di rapporti fecondi” tra l’Europa e Mosca, durata circa un decennio, di cui sono prova tangibile il reticolato dei gasdotti e il volume degli scambi commerciali che hanno massimamente premiato la Germania di Angela Merkel”. C’è poi un anno che segna l’inversione di tendenza, il 2011. Berlusconi si dimise per una tenaglia composta da pressioni europee ed attacco giudiziario domestico. Contestualmente, cambiava anche lo scenario internazionale, tra primavere arabe e, dopo qualche anno, l’annessione russa della Crimea. In questo quadro, si colloca l’inasprimento delle relazioni tra Ue e Russia, contrassegnate da diffidenza politica e sanzioni economiche. 

“L’arco di crisi scavato nel 2011  -conclude Giuli- è divenuto una linea di faglia che ha progressivamente allontanato Oriente e Occidente, rafforzato la Cina e isolato la Russia, alimentando quel dispotismo asiatico che il pacifico Berlusconi era riuscito a imbrigliare in amichevoli e fioriti festoni diplomatici”. Con questo potrebbero spiegarsi le ragioni del silenzio. Secondo le ultime ricostruzioni ci sarebbe stata anche una telefonata tra il Cav e lo zar nel corso della quale il leader di Forza Italia avrebbe provato a far ragionare il capo del Cremlino avvertendolo sul rischio che la situazione internazionale possa precipitare improvvissamente trascinando il mondo nella terza guerra mondiale.

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