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Dal fine vita allo ius scholae. Forza Italia si divide su tutto e scatena i tormenti di Silvio Berlusconi

Daniele Di Mario
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Dai diritti civili al catasto Forza Italia si rivela essere il partito liberale per antonomasia. Il vero partito della libertà dove - ricordando una vecchia parodia televisiva - ognuno fa un po' come gli pare. Esempio lampante è quanto accaduto alla Camera su eutanasia e ius scholae. Al termine di oltre 200 votazioni la Camera pronuncia il primo sì alla legge sul fine vita, che disciplina la morte volontaria medicalmente assistita. Tiene l'asse giallorosso: i deputati a favore sono 253. Si fermano a 117 invece i voti contrari. Troppo pochi questi ultimi considerando che il centrodestra unito ha oltre il doppio dei deputati. Il testo passa ore al Senato, dove la legge è attesa allo scoglio più duro: gli equilibri numerici a Palazzo Madama sono infatti più precari e i detrattori puntano, come accaduto col Ddl Zan, ad affossare la legge che, per Lega e FdI, e larga maggioranza di Forza Italia, è in realtà un'eutanasia mascherata. Ma è proprio sulla tenuta del gruppo azzurro che si addensano i dubbi maggiori.

 

 

Alla Camera sono infatti sette i deputati di FI che, in difformità dal gruppo, hanno votato a favore della proposta di legge sul fine vita: Cassinelli, Giannone, Novelli, Polverini, Vito, Prestigiacomo, Spena. E sono cinque i deputati di Coraggio Italia che hanno votato sì (Berardini, Carelli, De Girolamo, Rizzone e Scanu). Mentre sono sette i deputati di Italia viva che hanno votato contro il provvedimento (Iv ha lasciato libertà di coscienza): Baldini, Colaninno, D'Alessandro, Ferri, Frate, Gadda e Toccafondi. Sempre scorrendo i tabulati, tra le fila dei gruppi contrari al provvedimento (Lega, Forza Italia, FdI e CI), si registrano le assenze più numerose: 59 i deputati della Lega (il gruppo alla Camera ne conta 133) che non hanno partecipato al voto, pari al 44,36%; a seguire Forza Italia con 38 deputati che non hanno partecipato al voto (il gruppo è composto da 80 parlamentari), pari al 47%; infine sono 14 i deputati di FdI che, su un totale di 36 che compongono il gruppo, non hanno partecipato al voto. Sull'eutanasia, inoltre, gli scrutini segreti chiesti dal centrodestra hanno rischiato di trasformarsi in un boomerang visti i numeri incassati, sempre al di sotto della somma dei deputati di Lega, Forza Italia, Coraggio Italia e FdI.

 

 

E se sul fine vita FI si spacca, anche il primo via libera allo ius scholae vede il centrodestra dividersi, nonostante sinora sia stato compatto contro le varie proposte di legge sulla cittadinanza. Forza Italia ha infatti votato a favore, mentre Coraggio Italia si è astenuto: gli unici no sono arrivati da Lega e FdI. Che il tema dei diritti sia un terreno scosceso sia per la maggioranza che per il centrodestra lo dimostra quanto successo in commissione Affari costituzionali. La proposta di legge a prima firma del presidente Brescia sullo ius scholae viene adottata come testo base con il voto favorevole di Forza Italia, Pd, M5S, LeU, Iv e Più Europa. Il partito di Silvio Berlusconi insomma vota con la sinistra, lasciando Lega e FdI isolati, col Carroccio che si ricompatta con il partito di Giorgia Meloni. «Il voto favorevole di Forza Italia dimostra che questa questione non è di destra o di sinistra, ma di libertà e civiltà», commenta il relatore Brescia, che tiene a precisare: «Non c'è nessuno ius soli in discussione», augurandosi un «dibattito normale in commissione, non uno show pre elettorale». Ma il sì azzurro non convince tutti i forzisti. Maurizio Gasparri garantisce che al Senato la legge non passerà mai. Insomma Forza Italia tutt'altro che compatta anche in questo caso. Così come accaduto con la riforma del catasto. Il presidente Silvio Berlusconi ha ribadito sempre che la prima casa degli italiani non si tassa. Automatico il voto di FI sia in commissione che in Aula a favore della soppressione dell'articolo 6, votata anche da Lega e FdI, ma comunque bocciata grazie al sostegno centrista. Il voto di FI però non è piaciuto all'ala governista del partito che ha parlato di posizione «incomprensibile», scatenando l'ennesima polemica interna. Partito liberale sì, ma anche indisciplinato e senza pace.

 

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