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Morra e il Conte che non conta: nella fattoria M5s qualcuno è più uguale degli altri

Arnaldo Magro
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Se solo lo avessero ascoltato, il buon vecchio Murphy, quando sosteneva che se qualcosa può andare storto, il rischio è che possa pure finire peggio. Non ne va più bene una, al Movimento giallo. Il tribunale di Napoli rigetta pure l’istanza di revoca presentata dai cinque stelle. Tradotto: il ruolo di Giuseppe Conte come presidente dei pentastellati è del tutto illegittimo. Il Conte che non conta.

 

Ma qualcuno all’interno del Movimento non si stupisce più di tanto. Allora vi pensa Nicola Morra a sollevare il morale dei suoi, citando niente meno che George Orwell: «Nell’inganno universale, dire la verità è un vero atto rivoluzionario». Ricordare Orwell e la sua «fattoria degli animali» appare oggi, più che mai attuale. Soprattutto per il proprio elettorato. Laddove nella gestione della fattoria, un solo comandamento divenne presto legge: «tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri». Con tutti gli ideali rivoluzionari completamente polverizzati.
 

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