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Il patto tra Enrico Letta e Giancarlo Giorgetti per blindare il governo Draghi e scacciare le tensioni

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Distinguere i temi non negoziabili, quelli su cui il governo fa bene a porre la questione di fiducia, da quelli non negoziabili, sui quali si può discutere. Questo prevede «il metodo Draghi», secondo l’interpretazione che ne da il segretario del Partito democratico, Enrico Letta. Un modo per evitare che si ripetano le tensioni interne al governo viste in occasioni del Milleproroghe e che non sarebbe piaciuto affatto al premier. «Era oggettivamente arrabbiato», ha detto a poche ore dal Consiglio dei Ministri Stefano Patuanelli, ospite a Otto e Mezzo. 

 

 

Un disappunto che preoccupa non poco quegli esponenti politici che hanno fatto del sostegno al governo Draghi una bandiera, come Enrico Letta e Giancarlo Giorgetti. Se non è un asse quello fra il segretario e il ministro, di certo gli somiglia molto. Quasi all’unisono, sono intervenuti nel corso del congresso di Azione per ‘puntellare’ l’esecutivo: «Siamo fortemente intenzionati a lavorare con maggiore forza e determinazione perché il governo Draghi completi tutte le cose che ci sono da completare», dice il leader dem. 

 

 

E Giorgetti sottoscrive: «Le sfide che abbiamo oggi impongono scelte impegnative e impongono un governo che non solo possa, ma che sappia decidere». Per Letta, che porterà il tema anche alla direzione che si riunirà lunedì, «Draghi ha fatto assolutamente bene e lo invito a essere assolutamente determinato: ci sono questioni negoziabili e questioni non negoziabili, sulle quali il governo ritiene che debba porre la questione di fiducia. Credo che serva questo elemento di chiarezza e che questa distinzione molto chiara debba diventare metodo di lavoro», ha sottolineato il segretario Pd assicurando «il più determinato sostegno a questo metodo convinto che sia il modo migliore per completare la legislatura». Il ministro Giorgetti guarda alle sfide economiche che l’Italia ha davanti e sottolinea la necessità che «si apra un’epoca di investimenti» per le imprese. «Dobbiamo fare uno sforzo ulteriore e capire che questo è un tempo in cui dobbiamo occuparci dell’offerta e non più della domanda. Questa è una epoca di investimenti». E tutti e due hanno applaudito e reputato «fondamentale» l’attenzione data alle bollette.

 

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