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"Aspettiamo i conti di Berlusconi", Salvini e la tattica del centrodestra per il Quirinale

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Il termine per la verifica dei voti della candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale è fissato a "prima che si cominci a votare, la settimana prossima". Così il leader della Lega, Matteo Salvini,  rispondendo ai giornalisti fornisce la deadline per il nome del centrodestra alle elezioni del presidente della Repubblica. Prima di lunedì 24 gennaio, dunque, data della prima votazione del Parlamento in seduta comune. "La Lega come forza responsabile e di governo, adesso e nei prossimi anni, farà una proposta che penso potrà essere convincente per tanti se non per tutti", ha detto Salvini ai cronisti fuori dal Senato.

 

"Aspettiamo che il presidente Berlusconi faccia i suoi incontri e conti, non accettiamo veti da parte di nessuno specie dalla sinistra che, a differenza degli ultimi 30 anni, non ha i numeri per scegliere da sola ma è curioso che ora che non ha i numeri, invochi il coinvolgimento di tutti" mette in chiaro Salvini che confessa: "Lavoro a 360 gradi. Sento sulle mie spalle la responsabilità della coalizione del centrodestra. Gli italiani ci hanno dato la maggioranza, abbiamo l’onore e l’onere di fare una proposta che sia condivisa. Non dico no a nessuno". Salvini spiega che "sul Quirinale non ho piani B. Stiamo lavorando per avere una scelta veloce e di alto livello". 

 

E risponde alla proposta del Pd di Enrico Letta: "Patto di legislatura che vuol dire? Su cosa? Con chi? L’importante è tenere la poltrona fino al 2023? Vorrei parlare di contenuti. Io parlo di governo dei leader perché su alcuni temi anche questo governo ha ampi margini di miglioramento, e penso a immigrazione e sicurezza, che è fuori controllo. Quindi penso che anche con Draghi premier, e spero che continui ad esserlo perché sarebbe una garanzia per tutti, tutti i partiti debbano mettere le energie migliori. Poi chiamatelo patto o come volete..."

 

Intanto cresce il pressing del centrodestra per consentire di votare anche ai grandi elettori che dovessero risultare positivi al Covid dal 24 gennaio in poi. O, quanto meno, di consentire ai positivi asintomatici di poter partecipare, magari con modalità ad hoc, agli scrutini. Al momento, le regole stabilite per lo svolgimento delle votazioni per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, già illustrate a tutti i gruppi, non prevedono deroghe. Dunque, ad oggi potranno votare per il Colle solo i grandi elettori con green pass valido e, quindi, non disattivato a seguito di un tampone positivo. Il green pass semplice è obbligatorio per poter accedere a Montecitorio. "Spero che i presidenti delle Camere facciano di tutto perchè tutti possano votare", insiste Salvini.

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