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Il ministro Giancarlo Giorgetti e la frase sui virologi: "La verità in tasca...". L'affondo sugli esperti in tv

Arnaldo Magro
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«Inizia ad esserci indifferenza nei confronti di chi troppe volte, ha la verità in tasca», con queste parole indirizzate ai virologi tivù, pare che Giancarlo Giorgetti, abbia provato a sollevare il problema, durante la cabina di regia. Ora ben distanti siamo dall'auspicio censorio di Mario Draghi, ma il problema si pone eccome.

In Parlamento gira pure una battuta cattivella, secondo la quale, se si facesse un sondaggio al mercato rionale di Valmelaina, tra Speranza e Bassetti, la gente riconoscerebbe maggiormente il virologo ligure, rispetto al ministro lucano. Che l'informazione venga mediata per nome e conto di virologi, comincia ad esasperare tutti quanti. Cominciano a fioccare gli interrogativi sulla reale credibilità degli esperti, dopo quel video canterino ad esempio. Dopo che il cantante romano Ultimo, uno che gli stadi li riempie per professione, li ha pleonasticamente, definiti «pagliacci». Dopo che Antonella Viola racconta in diretta, di ricevere lettere «da tantissima gente che mi stima e mi chiede cose».

In attesa che i cantanti parlino di trattati sulla virologia e senza mettere dubbio alcuno sulle numerose lettere di stima rivolte alla dottoressa Viola, ci sovviene una lettera. Esattamente un anno fa, Giuseppe Conte, disse di aver ricevuto una mail. La fece pubblicare dai giornali. Il mittente, Tommaso, cinque anni di Cesano Maderno. Scrisse una mail, fin troppo ricercata utilizzando congiuntivi e consecutio temporum da far impallidire persino molto deputati della Repubblica.

In sostanza, intendeva mettere, il bimbo, l'igienizzante sotto l'albero di Natale. È passato un anno ma sembra una eternità. Conte non è più Premier e Tommaso da Cesano Maderno, non manda più email. Per l'anno 2022, c'è ancora speranza che qualcosa possa cambiare.

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