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Mario Draghi, gli ostacoli per il Quirinale stanno nel Cinque stelle

Francesco Storace
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La notizia di Natale ha portato con sé lo scontro che dilania violentemente i Cinque stelle. Il dissenso verso Draghi raggiunge vette inenarrabili se si mettono sul piatto le vicende legate alle nomine Rai e anche la lunghissima discussione di merito sul superbonus edilizio dove hanno dovuto subire il sarcasmo feroce dell’inner circle draghiano. Durante le trattative per la manovra economica hanno frenato ogni reazione, decidendo di sopportare le feroci critiche sui furbetti che hanno intascato somme non dovute.

Se in Parlamento sono ancora il partito di maggioranza relativa, per Mario Draghi i problemi nella corsa che ha deciso di fare verso il Quirinale rischiano di ingigantirsi. Anche perché se è vera la vulgata degli scappati di casa, c’è da giurare che faranno di tutto per resistere fino a fine legislatura. E alle parole di Draghi - le “rassicurazioni di cartone” le chiama chi pretende anonimato - non ci credono neanche un po’.

Nel Movimento chi ha deciso di sposare la causa di Giuseppe Conte considera Draghi alla stregua di un usurpatore che ha soffiato indebitamente il posto al nuovo capo M5S. Come se invece passare da un governo all’altro possa essere considerato una cosa normale…

Aggiungere a tutto questo il terrore delle elezioni (anche se lo stesso Conte non sembra invece disdegnarle, preso pure lui dalla voglia di parlamentari fedeli) e quella vocazione originaria contraria al banchiere venuto dalla Bce, e il minestrone diventa davvero indigesto.

Nei meandri dei gruppi parlamentari poi la lamentela è sempre la stessa e lo sfogatoio si salda pesantemente con gli umori di diversi altri deputati e senatori di partiti diversi: “quello”, al Quirinale per un settennato, “finisce di distruggere noi e la democrazia”, dicono in una immedesimazione fuori luogo con lo Stato e le sue regole, che coinciderebbe con i loro desiderata. Basta ascoltare i “contiani” più fedeli (o interessati), che sottolineano che “il governo di prima era più trasparente”. Ormai lo testimoniano le dirette Facebook…

Dulcis in fundo il ruolo occulto attribuito a Di Maio: che ruolo intende giocare? A Draghi fischiano terribilmente le orecchie. Se dipende dai pentastellati il Quirinale rischia di scordarselo.

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