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Invasione di rifiuti, Roma non cambia. Roberto Gualtieri pare Virginia Raggi: non risolverà il problema

Donato Robilotta
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Cambia il suonatore ma la musica non cambia. Roberto Gualtieri si è insediato come sindaco, ha nominato la giunta e II nuovo amministratore delegato dell'Ama, ha strombazzato un piano straordinario della stessa municipalizzata ma i rifiuti restano per strada. Il piano dell'Ama è più una romanella che un vero e proprio piano straordinario, visto che mancano gli impianti dove portare i rifiuti. Gualtieri si appresta a confermare la delibera di Virginia Raggi di apertura della discarica di Albano allargando il numero degli operatori che possono portarvi i rifiuti. Altra decisione è quella di dare mandato ad Ama di fare contratti per portare i rifiuti in altre Regioni e all'estero. Mentre il presidente Nicola Zingaretti si appresterebbe ad autorizzare l'aumento delle volumetrie della discarica di Viterbo a 600 mila mc, facendola diventare così la discarica del Lazio.

 

 

Le prime mosse sono quelle di portare i rifiuti fuori, ma è una strada sempre più complicata perché le proteste dei nostri territori inducono altri a dire no, come fa il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. Le normative Ue vietano il trasporto alla lunga dei rifiuti all'estero, che avvengono con deroghe autorizzatorie ottenute con la promessa di costruire impianti che ancora non si sono visti. Il piano regionale approvato da Zingaretti nel 2020, con l'intesa con i 5 stelle, non risolve il problema perché non prevede nuovi impianti e fotografa l'esistente che ha provocato l'emergenza rifiuti. I rifiuti infatti vengono fatti sparire con la bacchetta magica, aumento a dismisura della raccolta differenziata e abbassamento della produzione. Obiettivi non raggiunti in oltre un anno di vigenza del piano, tanto che il Ministero della Transizione ecologica ha chiesto più volte a Zingaretti di modificare il piano con obiettivi più realistici.

 

 

Mi auguro poi che lo staff abbia avvertito il neosindaco che il piano rifiuti contiene la previsione dell'Ato Roma, voluto per far dispetto alla Raggi e proposto alla Pisana da un neoassessore della giunta capitolina, che obbliga il Campidoglio a chiudere il ciclo entro i confini di Roma. Una norma irrazionale e contro il buon senso, dal momento che l'attuale impiantistica è costruita su base provinciale. Così si mettono In difficoltà anche tantissimi Comuni della provincia che portano i rifiuti a Roma, perché sui loro territori non ci sono Tmb. Un altro problema è costituiti dal piano paesistico regionale, voluto dall'accordo Pd-M5S e approvato dopo l'entrata in vigore del piano dei rifiuti, che ha vincolato oltre l'80% del territorio romano, per cui all'interno del confini del Comune di Roma non vi sarebbero aree bianche dove individuare la discarica. Insomma Gualtieri deve sapere che la soluzione non è portare i rifiuti fuori ma costruire gli impianti che mancano a partire dal termovalorizzatore, senza II quale l'emergenza non si risolve.

 

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