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L'ultima di Laura Boldrini: fa la morale a Giorgia Meloni e Salvini ma dimentica i "peccati" del Pd

Pietro De Leo
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Ah, il moralismo, tentazione irresistibile della sinistra, anche a costo di fare a pugni con la realtà. Laura Boldrini, oggi deputata Pd, ma in passato Presidente della Camera alfiera delle battaglie del più profondo zelo politicamente corretto (dalla guerra punica per declinare i nomi al femminile ad altre meravigliose trovate) è tornata a puntare dritto contro i due rassicuranti nemici di sempre, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. “Portano avanti uno schema tradizionalista della donna e della famiglia – ha denunciato l’ex Terza Carica dello Stato - il loro stile di vita, però, è in contraddizione con quello che propinano agli altri. Per esempio, gli altri devono rifiutare il divorzio e il cambiamento sociale e invece loro no”. Peccato che i leader di Lega e Fratelli d’Italia non abbiano mai promosso alcuna retromarcia rispetto alla legge sul divorzio. Al limite, quanto allo schema della famiglia, contrastano l’adozione di figli per coppie omosessuali, che è ben altra cosa.

Ma nell’Olimpo dello smontaggio moralistico, dove il nemico va dipinto come contraddittorio e vagamente “inferiore”, tutto è permesso, anche la demagogia pura. Così ecco un’altra perla. “La visione della destra è che la donna dia priorità alla famiglia. Poi le donne possono pure lavorare, ma non devono essere lavori che portano via troppo tempo alla famiglia”.

Curioso che questo atto d’accusa provenga, per esempio, proprio da una esponente di quel partito che non ha espresso alcun ministro donna per il governo Draghi. E veda come bersaglio la Lega, che nella compagine ne conta una su tre e Fratelli d’Italia che ha una donna come leader.

“Meloni e Salvini - prosegue nella requisitoria - non possono imporre agli altri il mondo che ci siamo lasciati alle spalle decenni fa. La destra è contraria al divieto di pubblicità offensive in strada, al divieto di cartelloni con messaggi sessisti”. E anche se il concetto di “offensivo” è assai relativo e largo, possiamo accampare la sua interpretazione autentica attraverso un anatema che lanciò sempre l’allora Terza Carica dello Stato nel lontano 2013, contro gli spot in cui, in una tavolata “tradizionale” (parola aborrita nell’Olimpo dei buoni e dei bravi) si vede una mamma che porta la pirofila di pasta. Istantanee che riprendono un momento lieto per l’italiano medio, quello non baciato dal verbo politicamente corretto.

La famiglia riunita, la mamma (o la nonna) regina della casa, contente di aver donato qualcosa di buono alle persone cui vogliono bene, senza che ciò implichi alcuna segregazione sociale. Notarlo non significa essere o imam fondamentalisti (categoria, per uno strano scherzo del destino, a cui l’ex presidente Boldrini dimentica spesso di sottolineare la condizione della donna). Ma significa voler mantenere il diritto alla gioia. Che, a proposito di “imposizione di mondi”, a sinistra risulta assai indigesto se non ha i colori arcobaleno.

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