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Retromarcia totale, Calenda si rimangia Gualtieri

Pietro De Leo
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Tempo un giorno e Carlo Calenda getta acqua sul suo endorsement di giovedì sul candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri. Una iniziativa che aveva fatto registrare agli osservatori lo spostamento verso sinistra del leader di Azione, e candidato sindaco indipendente. Ieri, invece, Calenda ha tolto la corrente agli entusiasmi. «Ho visto dei Tg e dei post su internet che titolano "Calenda appoggia Gualtieri". Io non appoggio Gualtieri - assicura - io voto a titolo personale Gualtieri nell’urna. Qual è la differenza? Che se tu appoggi Gualtieri, ti allei con Gualtieri; se vince, partecipi alla maggioranza, prendi degli assessori, ma tutto questo non accadrà». E aggiunge: «Se Gualtieri vincerà i nostri rappresentanti rimarranno all’opposizione, costruttiva ovviamente, ma all’opposizione. E io stesso non avrei dichiarato il voto, avrei detto che votavo schedo bianca se Gualtieri prima non avesse detto pubblicamente, escluso pubblicamente e preso un impegno che i 5 Stelle non saranno in Giunta. E dunque, una cosa è un appoggio, che non c’è, una cosa è dire chi voti. Voi votate quello che vi pare, ognuno sentirà la persona più vicina o più preparata. Io vi dico la mia, siccome Roma è ridotta nello stato in cui è ridotta, io ho sentito parlare, ho fatto confronti con Michetti e Gualtieri e oggettivamente Gualtieri è più preparato. Mi piace quello che c’è dietro Gualtieri? No. Considero il programma di Gualtieri adeguato? No. Ma quello di Michetti è proprio inesistente. Dunque, io ho spiegato cosa voto, perché mi sembrava giusto e trasparente dirlo, non fare finta di niente. Allo stesso tempo sia chiaro: questo non è in alcun modo un appoggio della Lista Calenda Sindaco. La Lista Calenda Sindaco non appoggia nessuno perché questo era l’impegno che avevamo preso con i cittadini e questo impegno manteniamo».

Un lungo chiarimento, quindi, per definire meglio gli assetti in campo, che lascia Gualtieri appeso al cambio di ritmo dell’ex ministro dello Sviluppo economico. In una giornata in cui il candidato di centrosinistra si concentra sulle periferie, versante della città che non ha pienamente risposto alle urne durante il primo turno. «Le case popolari del Comune a Tor Sapienza hanno bisogno di manutenzione. Noi interverremo subito per rendere utilizzabile il bonus 110% e rimettere a posto tutte le case popolari del comune di Roma, ma anche per la pulizia e la manutenzione delle strade, per i servizi vicini a dove abitano i cittadini. È quello che cerchiamo di fare con la città dei 15 minuti» ha detto rilanciando il suo mantra della campagna elettorale. «Tutti i quartieri devono essere vivibili. Noi giriamo tutti i quartieri di Roma a partire da quelli dove servono più investimenti e più interventi. Non ci devono essere quartieri di serie A e di serie B, né cittadini di serie A e di serie B. Gli interventi vanno fatti senza essere calati dall’alto. Vanno definiti sulla base del dialogo e dell’ascolto dei cittadini».

Si definisce anche per Gualtieri, intanto, l’agenda della settimana finale. Lunedì anche lui, come ieri Michetti, vedrà Virginia Raggi per fare il punto sui dossier aperti. Ed è fissata a Piazza San Giovanni la chiusura della campagna elettorale, venerdì pomeriggio.

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