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Accuse e veleni sulla sanità tra Nicola Zingaretti e i grillini. L'odio indelebile

F.S.
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Come fate a negare un odio impossibile da cancellare, dice chi sa molto del mondo pentastellato romano. Le offese di Nicola Zingaretti - padre della candidatura a sindaco di Roberto Gualtieri - non si rimarginano per un ballottaggio. Nei Cinque Stelle restano impresse ancora le parole pronunciate da governatore in tv da Vespa e poi ribadite tante volte ancora, persino parlando di sé in terza persona: «Chi conosce un po' la storia di Zingaretti presidente della Regione e di Raggi sindaco di Roma, esclude che possa esserci un accordo sottobanco». Ma perché? «Noi saremo all'opposizione di Raggi - il pensiero di Zingaretti fin da quando era ancora segretario del Pd - perché come sindaco, lo dico da cittadino romano, è stata una catastrofe».

 

 

Si offesero e si offendono i grillini, rinfacciando a Zingaretti le sue performance sulla sanità. Gli sparò addosso l’assessore al personale De Santis, fedelissimo di Virginia: «Quando parla di catastrofe, Zingaretti dovrebbe pensare alla Regione Lazio e quindi ai tagli dei posti letto, alla privatizzazione dilagante, alla distruzione pianificata a tavolino di un modello di sanità pubblica. Un'operazione finanziaria e politica che ricorda molto il "modello Lombardia". Sì, di catastrofi Zingaretti è proprio grande artefice».

 

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