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Servirebbero due sindaci, la ricetta di Costanzo per Roma

Pietro De Leo
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«Roma è talmente grande e con problemi tanto enormi che servirebbero due sindaci». Questa è la fotografia della Capitale che Maurizio Costanzo traccia con il Tempo, ad una settimana esatta dal voto per il Campidoglio. La città «va rispettata - afferma con orgoglio e amore sincero – quando vedo un americano dico sempre: ricordatevi che qui c’è il Colosseo e voi ve lo sognate. Essere di Roma è una fede, e lo affermo da romano e romanista».
A proposito di sentimenti, Roma non sorride dopo cinque anni di Virginia Raggi...
«Allora, cinque anni fa io non ho votato per la Raggi, poi ho cominciato a studiarla e ho visto una sensibilità per cose che possono apparire minori, ma non lo sono. Per esempio aver intitolato il teatro Valle a Franca Valeri, o aver fatto di una piazza "Largo Gabriella Ferri". Sono iniziative importanti, perché hanno a che vedere con la storia e l’identità di questa città. Poi adesso immagino che lei mi dirà, "sì ma allora ci sono i cinghiali..."»
Sì, glielo dico.
«Sui cinghiali sa il problema qual è? L’ecosistema cambiato. E quello non è colpa di nessuno». 
Però c’è anche un tema di raccolta dei rifiuti che non funziona
«Quello riguarda l’Ama, che ha dei problemi da lungo tempo, da ben prima della Raggi. Oggi tutti parlano, in campagna elettorale, ma Roma ha delle difficoltà strutturali da anni. Io mi ricordo quando accompagnai Rutelli in campagna elettorale. Eravamo Paolo Gentiloni, Ermete Realacci ed io. Di certe questioni si parlava già allora». 
E sui rifiuti, secondo lei, quale potrebbe essere la chiave di svolta?
«Sicuramente affrontare il problema Ama. Poi forse bisognerà riaprire Malagrotta, come ha detto Bertolaso qualche giorno fa». 
Lei è stato una sorta di consigliere per Virginia Raggi.
«Le ho dato qualche consiglio in amicizia, senza alcun incarico. Per esempio le ho suggerito io di rinominare il Valle ‘Teatro Valle-Franca Valeri’. Lei mi ha ascoltato».
Che consiglio le ha dato prima di questa campagna elettorale?
«Di sorridere e stringere mani, stesse cose che dissi a suo tempo anche a Rutelli. E poi far capire a tutti che Roma è grande, con problemi antichi. Quando ho visto le immagini di Conte con la Raggi in periferia, ho visto visi contenti di cittadini felici perché finalmente, qualcuno, li sta prendendo in considerazione. Incontrare le persone, parlare con loro, è una cosa su cui insisto molto. Bisogna cercare di riproporre il più possibile lo schema di un sindaco di un piccolo Comune, ovviamente con tutte le differenze del caso trattandosi di una metropoli». 
Però di periferie non parla solo Virginia Raggi. Il candidato di centrodestra, Enico Michetti, ha detto che nominerà un assessore con delega precisa.
«Per carità, giusto e legittimo che lo proponga. Vediamo, qualora sarà eletto, cosa sarà in grado di fare». 
Michetti è stato un po’ il «corpo estraneo» di questa campagna elettorale. Che idea si è fatto su di lui?
«Gli avevo suggerito di continuare a fare radio, perché la faceva molto bene. Guardi, le faccio una confidenza. Tantissimi anni fa, dopo Rutelli, i partiti di centrosinistra mi chiesero di candidarmi, io risposi: "nemmeno sotto tortura". Questo per dirle che, secondo me, chiunque si candidi a Roma è un audace».
Da giornalista conosce molto bene la politica. Come considera il fatto che nessun «top player» si sia voluto mettere in gioco?
«Hanno paura di affrontare una situazione così difficile, a Roma ci si può bruciare». 
Lei si definisce «romano e romanista».
«Certo. Per i 20 anni del Maurizio Costanzo Show ho avuto Fabio Capello con tutta la Roma sul palco. Ora spero di poter avere Mourinho per i 40 anni del programma (la nuova stagione inizierà tra qualche settimana su Canale 5 ndr). Al di là di questo, a proposito di calcio, voglio lanciare un appello: riportare gli stadi alla capienza piena, così come i teatri e i cinema... dobbiamo tornare a stare tutti insieme».
È anche advisor per le strategie di comunicazione della squadra. Uno dei temi in campagna elettorale è lo stadio della Roma. Lei che pensa di questo dossier?
«Il nuovo stadio si deve realizzare, è una delle priorità di cui dovrà incaricarsi il prossimo sindaco. Che sia ben collegato, e soprattutto serva anche per rendere più vivibile l’area circostante».
 

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