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In Onda, Romano Prodi fa fuori un avversario per il sogno Quirinale: Mario Draghi premier fino al 2023

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Mario Draghi è sordo rispetto al sistema dei partiti presenti in Parlamento. Nella puntata del 25 settembre di In Onda, talk show pre-serale di La7 che vede David Parenzo e Concita De Gregorio al timone della conduzione, è Romano Prodi, ex presidente del Consiglio, ad essere interrogato su come siano cambiate le carte e le trame della politica, senza più bisogno delle mediazioni degli anni passati. “L’abbiamo chiamato in un momento d’emergenza e - dice l’economista - deve poter gestire l’emergenza. È chiaro che quando si arriva alle elezioni le regole democratiche decideranno di tornare alla Costituzione, che dice che l'Italia è una Repubblica parlamentare. Ma in questo momento è importante che Mario Draghi possa continuare a fare questo aggiustamento dell’economia, ma tutti ritengono che possa andare avanti fino alle elezioni. Dopo chi avrà la maggioranza delle urne deciderà. Non possiamo portare in eterno la situazione di emergenza”.

 

 

Dopo aver analizzato quello che sarà il futuro di Draghi - e che magari farebbe piacere anche a lui per realizzare quel sogno Quirinale già svanito in passato - a Prodi vengono mostrate le immagini del lungo applauso che l’assemblea di Confindustria ha tributato a Draghi: “Non mi è mai capitato di avere delle standing ovation così importanti - la prende a ridere Prodi -. Io ho sempre lavorato con maggioranze molto ristrette e con tanti problemi. È comprensibilissimo questo applauso, è come un momento liberatorio per il mondo economico italiano. Dopo dei momenti così difficili siamo arrivati ad un momento in cui la domanda di consumo è molto forte, abbiamo adesso una specie di respiro. Draghi è stato l’artefice di questo momento liberatorio. Draghi stesso - elogia ancora in conclusione d’intervento l’ex premier - ha sottolineato che questo momento di larghissimo sviluppo deriva dal fatto che siamo caduti più in fretta negli anni scorsi”. 

 

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