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Che errore cancellare i decreti Salvini, Fedriga inchioda la Lamorgese

Giorgia Peretti
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Si riaccendono i riflettori sull’operato della ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. Dopo i rave party abusivi e i flussi migratori fuori controllo, a gettare sempre più dubbi sulla sua gestione è ciò che è accaduto a Rimini nelle ore scorse. Un 26enne somalo, entrato irregolarmente in Italia, ha accoltellato cinque persone in autobus a seguito della richiesta del titolo di viaggio. Tra i feriti si conta anche un bambino di 6 anni. La titolare del Viminale sarà a Rimini per presiedere il Comitato di Ordine e Sicurezza, ma gli ultimi avvenimenti hanno attirato l’attenzione di tutti, in particolare della Lega che ne chiede le dimissioni. A Morning News, lunedì 13 settembre si commentano i dati degli sbarchi a confronto con quelli del 2019 quando Matteo Salvini era ministro. I dati mostrati sono eloquenti: 5.794 contro i 41.088 del 2021. Ospite di Simona Branchetti, su Canale 5, è il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.

“Salvini ha fermato i flussi irregolari. – esordisce il governatore - Prima che Salvini diventasse ministro dell'Interno dicevano “la Lega parla ma la situazione è talmente complessa in Nord Africa, è impossibile fermare gli ingressi irregolari”.  Salvini li ha fermati. Ora, quando Salvini non è più ministro dell'Interno si torna a dire “è impossibile fermare gli ingressi”.  Allora o Salvini è particolarmente fortunato che, casualmente proprio durante il suo mandato tutti hanno deciso di non venire nel nostro Paese, oppure effettivamente azioni concrete e il disincentivo alla partenza si possono fare. A chi ci accusa di fare propaganda basta che guardi quei dati che avete appena mostrato”.

Poi l’attacco: “Io penso che sia stato fatto un gravissimo errore a cancellare i decreti Salvini. Lui aveva fatto delle norme e aveva portato avanti anche un'azione concreta quando era ministro dell'Interno per bloccare gli ingressi di irregolari e cercare di affrontare in modo netto e drastico l'immigrazione irregolare. Questo è fondamentale perché altrimenti rischiamo che chiunque venga in questo Paese venga senza permesso, ritenga possibile fare quello che vuole e questo è inaccettabile”. In un paese democratico, sottolinea Fedriga, chi viene regolarmente “è il benvenuto, chi viene per lavorare e rispettare le regole è il benvenuto, chi entra irregolarmente non può entrare”. Dopo il paragone con gli Stati Uniti e l’Australia, dove i flussi sono controllati, conclude: “Qui si sta facendo passare il concetto secondo cui chiunque voglia entrare, indipendentemente se lo faccia regolarmente o irregolarmente, lo può fare. Questo mette in difficoltà anche tutti quegli immigrati che regolarmente invece sono venuti e regolarmente lavorano”. (Giorgia Peretti)

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