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La testa di Durigon per la delega sull'immigrazione: il pressing di Salvini su Draghi

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Pressing e contro-pressing tra Mario Draghi e Matteo Salvini. Il leader della Lega ha mantenuto la parola data al presidente del Consiglio e sono arrivate le dimissioni del sottosegretario Claudio Durigon, scivolata sulla buccia di banana dell’intitolazione al fratello di Benito Mussolini del parco di Latina. Ma ora, rivela Il Messaggero, dopo aver fatto il suo Salvini vuole qualcosa in cambio.

 

 

Il numero uno del Carroccio era convinto di poter salvare Durigon, ma gli attacchi del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle hanno sortito i loro effetti, anche per via di una condizione di isolamento in cui è stato posto l’ex sottosegretario all’Economia dagli altri esponenti della Lega, eccezion fatta per Salvini stesso, l’unico ringraziato nella lettera d’addio. La scalata dell'ex sindacalista aveva causato parecchi malumori, soprattutto tra coloro che hanno aspettato anni di gavetta per diventare deputati. Lo stresso legame tra Salvini e Durigon ha fatto partire l’azione del leader nei confronti di Draghi: aspettando l’incontro a tre che vedrà anche la presenza di Luciana Lamorgese vuole il passaggio delle deleghe all'immigrazione al leghista Nicola Molteni. 

 

 

Oltre a quella di Durigon e dei migranti c’è un’altra questione che ronza nella testa di Salvini ed è il possibile sorpasso di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia alle prossime elezioni amministrative. “Più che al successo dei singoli candidati-sindaci, Salvini guarda con sempre maggiore ossessione al possibile sorpasso. A Roma e nel Lazio la distanza tra Lega e FdI potrebbe risultare stellare e l'apporto del partito del centrosud rischia di diventare marginale per le percentuali della Lega. Ma se il Nord risulterà ancora decisivo diventa per Salvini ancor più difficile immaginare di prendere le distanze da un governo che sta portando il pil al 6% e che distribuisce soldi con il Pnrr” la spiegazione del quotidiano.

 

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