cinquestelle nel caos
"Così si comprano la ricandidatura". L'ultimo veleno sul M5s di Conte
Giorni tesissimi nel Movimento 5 stelle. E a tenere banco, come al solito, non sono i programmi ma le poltrone. In particolare il leader in pectore Giuseppe Conte sarebbe sempre alle prese con la necessità di sciogliere il tema del limite dei due mandati, che sta letteralmente tenendo sulle spine tutti i parlamentari. I "veterani" perché temono di aver già chiuso la proprio (dimenticabile) carriera politica. I "neofiti" perché hanno paura che, se il tetto cadesse, i posti in lista ci sarebbero solo per i big.
Conte, che ha bisogno di tenere il gruppo parlamentare unito per dire la sua nella partita dell'elezione del prossimo presidente della Repubblica, finora ha fatto quello che gli riesce meglio: rimandare le scelte. Nonostante sul tema il "garante" Beppe Grillo si fosse più volte in maniera netta: nessuna deroga al tetto dei mandati. Ora però a mettere pressione a "Giuseppi" sono gli stessi parlamentari. Che, per obbligarlo a svelargli il proprio destino, avrebbero messo in campo una sorta di ricatto: niente chiarezza, niente soldi. Si tratta della cifra che l'ex premier ha chiesto a ogni parlamentare per finanziare il nuovo Movimento e il sistema operativo che prenderà il posto di Rousseau: 1.000 euro al mese. Oltre tre volte in più dei trecento che chiedeva Casaleggio.
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Ed è proprio Davide Casaleggio ad adombrare il pesantissimo sospetto: «Mi dispiacerebbe che ci fosse una trattativa economica su alcuni principi fondativi» come il tema dei due mandati, «perché quando si mettono all’asta i principi fondativi si sta parlando di liquidazione di un’organizzazione» affermato il figlio di Gianroberto nella trasmissione "L’ospite" su Sky Tg 24.
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«Mi dispiacerebbe - ha ribadito Casaleggio - se questo tema fosse oggetto di trattativa economica, perché mi sembra di capire che il supporto a questa nuova formazione politica che si vuole creare sarà un supporto importante, tant’è che viene chiesto un supporto tre volte tanto quanto era richiesto per l’organizzazione Rousseau. E a fine a aprile i due terzi dei parlamentari non avevano ancora a aderito a sostenere questa nuova idea di organizzazione politica».
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Di fatto, si tratterebbe di pagare solo dopo aver avuto la certezza della possibile ricandidatura. Una delle pratiche peggiori dei vecchi "partiti" (i seggi "comprati") e che il Movimento aveva sempre combattuto. L'ennesimo bastione della presunta "diversità" caduto sotto i colpi della realpolitik.