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È tempo di costruire il futuro, la storia siamo noi. Mattarella cita anche De Gregori

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«Sono passati 75 anni da quando, con il voto nel referendum del 2 giugno 1946, gli italiani scegliendo la Repubblica cominciarono a costruire una nuova storia. Anche oggi siamo a un tornante del nostro cammino: dopo le due grandi crisi globali, quella economica-finanziaria e quella provocata dalla pandemia. Come fu allora, questo è tempo di costruire il futuro». Queste le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso durante la cerimonia celebrativa del 2 giugno al Quirinale.

«Un bel brano di De Gregori dice ’La storia siamo noì, nessuno si senta esclusò - ha proseguito citando i versi del cantautore - Proviamo a leggere così questi 75 anni di vita repubblicana, da una prospettiva diversa che ci consente di cogliere i profili di soggetti che spesso sono rimasti nell’ombra, sullo sfondo. E che invece hanno riempito la scena, colmando vuoti, dato senso e tradotto in atti concreti parole come dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà». Mattarella si è poi soffermato sul tema delle pari opportunità: «È inconcepibile, non soltanto per i giovani, apprendere che il diritto di votare delle donne nel 1946 è stato una conquista. Si comprende, allora, come l’elezione a presidente della Camera nel 1979 di un’altra donna della Repubblica, Nilde Iotti, sia stato un passo deciso nell’affermazione del protagonismo delle donne nella vita delle istituzioni. Non siamo ancora al traguardo di una piena parità, soprattutto riguardo alla condizione delle donne nel mondo del lavoro, al loro numero, al trattamento economico, alle prospettive di carriera, alla tutela della maternità, alla conciliazione dei tempi. Permangono disparità mentre cresce l’inaccettabile violenza contro di loro».

A riguardo, a citato la recente nomina di Samantha Cristoforetti: Un’altra donna italiana che oggi ci rende orgogliosi: prima europea chiamata a comandare la Stazione spaziale internazionale«. Poi, il Capo dello Stato si è soffermato su due temi definiti »non sopportabili«: le morti bianche e l’evasione fiscale. »La fotografia dell’Italia di oggi propone l’immagine di un paese profondamente diverso, cambiato, progredito -ha sottolineato - Abbiamo vissuto, probabilmente senza esserne sempre pienamente consapevoli, una straordinaria rivoluzione sociale. Certo, la nostra repubblica è imperfetta, come ogni costruzione che riflette i limiti e le contraddizioni della vita. Ancora troppe ingiustizie, diseguaglianze e condizioni non sopportabili per la coscienza collettiva, come l’evasione fiscale e le morti sul lavoro«. »Il ricordo del sorriso di Luana D’Orazio impegni tutti al dovere di affrontare il tema della sicurezza dei lavoratori con determinazione e rigore«, ha concluso il Presidente.

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