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Mara Cagol nel libro scandalo per le scuole. Così la brigatista diventa quasi un'eroina

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Tutta colpa dell’ultima scheda. Quella dedicata a Margherita "Mara" Cagol, la brigatista trentina uccisa in uno scontro a fuoco con i carabinieri nel 1975. E così il libro "33 trentine", presentato nei giorni scorsi e voluto dalla commissione Pari opportunità della Provincia di Trento per far conoscere ai ragazzi le donne che hanno attraversato il tempo grazie al loro impegno nell’arte, nella scienza e nella società, ora rischia di essere ritirato.

 

 

 

La richiesta arriva senza mezzi termini dal coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì. «L’inclusione nel libro fra le donne da ricordare di Mara Cagol, fondatrice delle Brigate Rosse, proprio durante la giornata dedicata alle vittime del terrorismo, nella data dell’omicidio di Aldo Moro e di Peppino Impastato - afferma Urzì - costituisce un’offesa a tutte le donne che con la loro tenacia, il loro sacrificio, la loro passione, la loro intelligenza si sono meritate gli onori delle cronache e della vita. Mara Cagol è un esempio negativo, una criminale morta in un conflitto a fuoco contro i carabinieri, la degradazione dell’umanità che pensa di conquistare scorciatoie con la violenza sino alle estreme conseguenze".

Poco importa che le curatrici del volume abbiano riportato in prefazione la motivazione della scelta. "Abbiamo voluto riportare anche questa biografia - si legge nel volume - per sottolineare che la forza delle donne può anche essere distruttiva se non è ispirata a valori quali la convivenza pacifica e la non violenza". Per Urzì non basta. Il libro deve essere ritirato.

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