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Quelle relazioni pericolose tra estremisti rossi e palestinesi

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Gabriele Paradisi «Il gruppo Baader-Meinhof non risultò poi di grande aiuto per l'Fplp, sebbene alcuni suoi membri abbiano partecipato alle operazioni. Altre organizzazioni ci diedero invece un...

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«Il gruppo Baader-Meinhof non risultò poi di grande aiuto per l'Fplp, sebbene alcuni suoi membri abbiano partecipato alle operazioni. Altre organizzazioni ci diedero invece un grosso contributo: le Brigate rosse in Italia, l'Armata rossa giapponese, l'Eta in Spagna, Action Directe in Francia erano tutte legate l'una all'altra e all'Fplp. Haddad, il Maestro, coltivò con pazienza questi rapporti e costruì poco a poco una rete che attraversava tutta l'Europa e il Medio Oriente». Così scriveva Bassam Abu Sharif nel libro Il mio miglior nemico. Israele-Palestina. Dal terrore alla pace , scritto nel 1995 con l'israeliano Uzi Mahnaimi. Stretto collaboratore di Habbash e Haddad, Sharif fu il responsabile del settore stampa e pubbliche relazioni, oltre che ufficiale reclutatore, del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp). Fu proprio lui nel 1970 ad affiliare Ilich Ramirez Sanchez, ovvero Carlos, al gruppo. Sharif, «contatto privilegiato» di Rita Porena, la donna del colonnello Stefano Giovannone, capocentro del Sismi a Beirut e garante del «lodo Moro», ebbe un ruolo rilevante in alcune delle azioni più clamorose che i palestinesi misero in atto sul finire degli anni '60 e all'inizio degli anni '70. Fu lui ad accompagnare in Europa i quattro «leoncini» (ragazzini di età compresa tra i 13 e i 16 anni) che l'8 settembre 1969 lanciarono alcune bombe, causando solo feriti, contro uffici commerciali e diplomatici israeliani a Bonn, a L'Aja e a Bruxelles. Sharif fu il compagno della guerrigliera Leyla Kaled autrice di due dirottamenti aerei (29 agosto 1969 e 6 settembre 1970), divenuta un'icona della resistenza palestinese e simbolo per i movimenti giovanili di fine anni '60. Sharif ebbe un ruolo centrale anche nell'operazione più spettacolare di quel periodo, ovvero il dirottamento contemporaneo, il 6 settembre 1970, di 5 aerei nei cieli d'Europa e del Medio Oriente, 3 dei quali vennero fatti atterrare a Zarqa in Giordania (nella vecchia pista britannica di Dawson's Field) e lì distrutti a terra. Sharif in quell'occasione svolgeva il compito di «comandante dell'aeroporto della rivoluzione». A seguito di quell'evento, re Hussein di Giordania dette l'avvio poche settimane dopo a una massiccia azione armata che terminò con la cacciata dalla Giordania di tutti i palestinesi e dei fedayn che avevano ormai assunto il pieno controllo del paese. La feroce operazione repressiva, si parlò di migliaia di morti, fu il motivo per la costituzione del gruppo estremista Settembre nero il cui obiettivo principale divenne l'eliminazione dei maggiori esponenti del regime giordano. Nel 1972 Sharif perse 4 dita, rimase sordo da un orecchio e cieco da un occhio, quando una bomba gli esplose tra le mani a Beirut. L'attentato era stato orchestrato dal Mossad che aveva nascosto l'esplosivo in un libro di memorie di Che Guevara inviatogli per posta. Sharif dunque parla delle Br come partner che ha dato un «grosso contributo» all'Fplp, ma a quando risalgono questi rapporti? Almeno dalla metà degli anni '70. Il libico Azzedine Ladheri, fonte «Damiano» dei nostri servizi segreti, produsse un appunto relativo a una riunione segreta che ebbe luogo la notte tra il 15 e il 16 febbraio 1975 a Beirut. Alla riunione erano presenti Abu Ayad (numero 2 di Fatah e capo dei servizi palestinesi), Habbash, giunto per l'occasione da Baghdad e altri arabi. Gli italiani erano 4 elementi delle Brigate Rosse tra cui una donna. Il 18 febbraio 1975 un nucleo armato sotto la guida di Mara Cagol e di Mario Moretti, attaccò il carcere di Casale Monferrato portando alla liberazione di Renato Curcio. La collaborazione di Ladheri coi servizi terminerà inspiegabilmente nel 1978, quando le Br erano all'apice. Purtroppo il suo nome sarà tra quelli che i nostri servizi resero ai libici nel 1980 durante la campagna scatenata da Gheddafi contro i dissidenti residenti all'estero. Ladheri sarà assassinato da un killer all'interno della stazione centrale di Milano l'11 giugno 1980.

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